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Suicidi e malessere tra gli universitari

A distanza di qualche mese siamo tornati a occuparci dei giovani che si tolgono la vita e del disagio denunciato dai ragazzi: 220 mila fra gli intervistati nella fascia di età 14-19 anni hanno dichiarato di essere infelici e di essere affetti da qualche disturbo psicologico.

Sono già quattro gli studenti universitari che si sono uccisi nei primi mesi del 2023. Un triste bilancio destinato a salire, quello che vede i giovani sempre più schiacciati dalla pressione sociale, dal peso della verità e spesso della vergogna, per non essere riusciti a sostenere gli esami previsti o l’intero percorso di studi. C’è una strage che silenziosamente si consuma sotto il giudizio di una società estremamente performante, alla continua ricerca della perfezione e di obiettivi talvolta irrealizzabili. Il grido d’aiuto di questi ragazzi nel voler affermare la loro esistenza si traduce sempre più frequentemente nel gesto estremo dell’auto-eliminazione.

I casi di suicidio in Italia sono in aumento, ogni giorno un giovane si toglie la vita e dai dati Istat – rilevazione del 2021 – 220 mila fra gli intervistati nella fascia di età 14-19 anni hanno dichiarato di essere infelici e di essere affetti da qualche disturbo psicologico. Un problema trasversale che colpisce ogni strato della popolazione e non riguarda solo il nostro Paese.

Questa situazione è ulteriormente peggiorata con l’avvento della pandemia che ha visto aumentare i casi di suicidio del 75% rispetto al biennio precedente, un contesto già complicato da preesistenti disturbi di ansia da prestazione, depressione, solitudine e individualismo, che hanno portato le Istituzioni a stanziare fondi e creare misure immediate per l’emergenza creatasi.

Diversi studi epidemiologici hanno rilevato che i livelli di stress degli studenti negli ultimi anni dal 37,5% sono passati al 61.30%, di depressione dal 40,3% al 72%, di ansia generalizzata dal 30% al 89,1%, evidenziando una rinnovata esigenza di far ritrovare a quest’ultimi, motivazioni, fiducia e orientamento.

All’interno dei messaggi lasciati da alcuni studenti che si sono tolti la vita, sono emerse parole come, “nullità, inutilità, fallimento”. Molte Università italiane interrogandosi a proposito di tali contenuti hanno cercato di individuare quali fossero i metodi migliori per contrastare questo crescente disagio e hanno deciso di affidarsi al Counseling.

Il Counseling psicologico è una specialità all’interno della psicologia applicata, che utilizza un’ampia gamma di pratiche d’intervento, prevenzione, formazione e ricerca basate sull’evidenza scientifica e culturalmente informate. Il termine counseling è di derivazione americana ed è stato coniato da Carl Rogers, che utilizzava la consulenza psicologica in contesti educativi.

In ambito universitario assume un ruolo sempre più rilevante fra gli interventi specifici volti a rispondere alle numerose richieste di supporto psicologico e/o psicoterapeutico.

L’obiettivo principale del Counseling è quello di migliorare il benessere, alleviare il disagio e il disadattamento, risolvere situazioni di crisi e facilitare il funzionamento personale e interpersonale.

Gli interventi sono mediamente di breve durata, adatti sia a prevenire che a fronteggiare i momenti di crisi che possono intervenire durante il percorso accademico, cercando di evitare ricadute significative sia sulle famiglie che sulla società.

Angela Costabile, Professore Ordinario di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione*, ci ha fornito, in modo da avere un quadro generalizzato, i dati emersi dall’apposito questionario emesso per le istituzioni universitarie, sotto la supervisione di Paola Bastianoni, delegata dell’Università di Ferrara, in cui sono presenti servizi di Counseling e Ascolto Psicologico di Atenco (SCPA).

Informazioni generali sull’Ateneo:

• Hanno risposto 61 atenei

• Nel 93,4% dei casi il Servizio è presente all’interno e di fatto nell’83,3% è considerato un Servizio di Ateneo, mentre nei restanti casi è considerato: uno sportello di ascolto esterno, un servizio di dipartimento, un servizio in convenzione con l’agenzia regionale per il diritto allo studio.

• L’area geografica in cui si concentra maggiormente la presenza dei servizi di counseling è il nord (37,7%), seguito dal sud e isole con un 32,8%. Il centro Italia completa quindi il restante 29,5%.

Gestione dei SCPA a livello economico ed amministrativo

• nel 52,2% le istituzioni universitarie predispongono dei fondi ordinari per questo genere di servizio, mentre nei restanti casi (47,8%) sono fondi progettuali oppure stanziati ad hoc.

• Per quanto riguarda il personale impiegato, è consuetudine che sia un personale sia esterno che interno (37,7%), mentre nel 31% dei casi è un personale esterno a contratto determinato. Nel 27,9% dei casi è invece un personale esclusivamente interno e nel 14,8% si tratta di specializzandi interni o specializzandi di

scuole di psicoterapia (18%).

• Inoltre nel 54,1% dei casi al servizio di counseling è dedicato un personale tecnico amministrativo ad hoc.

Organizzazione del Servizio di counseling psicologico

• I servizi di counseling psicologico si rivolgono: nel 95,1% dei casi agli studenti, nell’83,6% anche ai dottorandi, nel 67,2% anche agli specializzandi, nel 60,7% comprende anche assegnisti e borsisti, nel 31,1%, anche personale tecnico amministrativo, il 29,5% personale docente di ateneo, nel 14,8% familiari di

studenti e dipendenti e nel 6,6% è aperto anche ad un’utenza esterna.

• Nel 62,3% dei casi la lunghezza media della consultazione psicologica è di 4-5 incontri mentre nel 21,3% è di 5-10 incontri.

• Qualora sia possibile accedere ad un counseling di gruppo, nel 31,1% dei casi si tratta di interventi psicoeducativi a tema, mentre nel 18% dei casi si tratta di gruppi omogenei per problematicità.

• Il 98,4% dei servizi offre la possibilità di erogare il colloquio in lingua italiana, mentre nel 72,1% dei casi è possibile effettuarlo anche in inglese. In percentuali molto ridotte è possibile usufruire di colloqui anche in lingua francese (8,2%), spagnola (4,9%), tedesca (1,6%) e slovena (1,6%).

• nella maggior parte dei casi (62,3%), il servizio ha una propria sede dedicata in maniera esclusiva, mentre talvolta (nel 26,2% dei casi) il servizio condivide la sede con altri servizi di ateneo.

Dati epidemiologici di richieste medie in un anno

• nel 67,2% dei casi esse sono circa di 500, mentre nel 24,6% dei casi sono tra 500 e 1000. Infine nel 4,1% le richieste sono comprese fra le 1000 e le 2000 e nel restante 4,1% sono superiori a 2000.

• Gli studenti che poi sono seguiti nell’arco di un anno sono mediamente di 500 nel 72,1% dei casi, mentre nel 21,3% sono tra 500 e 1000. Nel rimanente 6,6% i casi seguiti sono tra 1000 e 2000 o superiori ai 2000.

*Delegata del Rettore per l’Orientamento in Ingresso, Delegata del Rettore per il Counseling Psicologico, Dipartimento Culture, Educazione e Società, Università della Calabria, Coordinatrice gruppo di lavoro su counseling-CRUI.