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Emergenza carceri, agenti in protesta

In Sicilia un sit-in di protesta degli agenti di Polizia penitenziaria che continuano a denunciare lo stato di abbandono delle carceri. In aumento suicidi e risse.

Tra i problemi che continuano ad emergere nel settore penitenziario spicca senza ombra di dubbio il sovraffollamento delle carceri.

Grave carenza di organico negli istituti penitenziari

A questo, va aggiunta la carenza cronica di personale di Polizia penitenziaria. Pochi agenti a fronte di un numero elevato di detenuti che molto spesso sono difficili da gestire. Solo ad Augusta, nel siracusano, la struttura carceraria ospita attualmente 476 detenuti, nonostante una capienza regolamentare di 364 posti, con un tasso di sovraffollamento al di sopra del 140%. Le criticità riguardano anche le condizioni delle celle spesso fatiscenti e prive degli angoli intimi. Sempre nel carcere di Agusta, alcune sezioni sono sprovviste di stanze con servizi igienici adeguati, mentre il personale addetto alla sicurezza all’interno delle mura carcerarie è composto solo da 181 unità a fronte di 251 unità necessarie.

Mancano medici e psicologi nelle carceri

Il coefficiente personale/detenuti è pari allo 0,38% solo per quanto riguarda le sezioni detentive. A questi va aggiunta la carenza di personale educativo (solo 6 in servizio ad Augusta), e del personale medico. Una guardia medica è presente 24 ora su 24 e un solo psicologo che svolge i propri turni di lavoro per 3 o 4 ore al giorno. Ciò rappresenta un disagio per molti detenuti che necessitano di un supporto psicologico e psichiatrico.

Ecco i dati degli istituti delle province siciliane

In tutto il territorio siciliano sono detenuti circa 6.334 persone di cui 227 donne e 919 stranieri. I detenuti in regime di semilibertà, invece, sono 139. Prendendo in esame le singole province siciliane, nel carcere Pasquale Di Lorenzo di Agrigento sono presenti 318 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 283 unità. A Caltanissetta, invece, gli istituti penitenziari ospitano circa 224 detenuti a fronte di una capienza di 180, a Enna, il totale dei reclusi ammonta a 201 unità, 32 unità in più rispetto alle 169 regolamentari. A Catania, invece, il tetto sfiora le 527 unità mentre nel capoluogo siciliano, sono recluse 1707 persone.

Suicidi, risse ed evasioni in costante aumento

Numeri che lasciano intravedere uno scenario drammatico del sistema penitenziario siciliano. E non mancano rivolte, evasioni e risse tra detenuti. La grave carenza degli organici, infatti, non permette agli agenti di intervenire in tempo sulle attività illecite che si manifestano all’interno degli istituti penitenziari. Solo pochissimi giorni fa, si è verificata una rissa nell’istituto penale Burrafato di Termini Imerese, dove alcuni detenuti di origine straniera e italiana sono venuti alle mani per cause ancora da accertare. A causa della mancanza di personale, sono dovuti intervenire anche i militari dell’Arma e gli agenti della Polizia di stato che, con non poche difficoltà, sono riusciti a riportare la calma.

E ancora, nel carcere di Barcellona Pozzo di Gotto, un altro detenuto è riuscito ad evadere grazie all’aiuto delle lenzuola attaccate sul muro di cinta. Pronta la replica del dirigente nazionale del Sappe Donato Capece: “Adesso è prioritario catturare l’evaso. Ma la grave vicenza porta alla luce le priorità della sicurezza con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della polizia penitenziaria della nazione”.

Un altro fatto grave verificatosi nell’istituto penitenziario di Ragusa, riguarda il suicidio di un giovane 25 enne originario di Noto. Sposato, con tre bambini, il detenuto si sarebbe tolto la vita impiccandosi nella sua cella con un lenzuolo. Non si conoscono anche i motivi del gesto estremo. E non è l’unico caso. Alcuni giorni prima, nel carcere di Augusta un altro detenuto aveva tentato il suicidio ma fortunatamente un agente di Polizia penitenziaria è arrivato in tempo, salvandolo.

Il garante dei detenuti chiede misure adeguate

Per il garante dei detenuti, Santi Consolo, è indispensabile intervenire al più presto sulla cronica carenza degli organici e sulle condizioni cui sono costretti a vivere detenuti e agenti di Polizia penitenziaria. In primo luogo, occorre intervenire sul sovraffollamento delle carceri: la capienza regolamentare deve essere tassativamente rispettata. Inoltre, bisogna intervenire anche sulle condizioni strutturali e aumentare il numero degli agenti di Polizia penitenziaria e di educatori.