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In Iran è allarme violenze contro i minori

Human Rights Watch denuncia abusi e violenze nei confronti dei minori da parte delle guardie di sicurezza del regime. Una studentessa del liceo durante l’arresto è stata spinta su una stufa a gas accesa, facendo così prendere fuoco ai suoi vestiti, mentre durante l’interrogatorio è stata picchiata e frustrata.

Quanto documentato, a fine marzo dal report di Amnesty International, e qualche giorno fa da quello di Human Rights Watch, confermano che il regime della Repubblica Islamica dell’Iran non ha pietà di nessuno: nemmeno dei bambini.

Le violenze e gli abusi delle guardie di sicurezza verso minori detenuti

Il documento del 25 aprile di Human Rights Watch riporta undici casi di abusi sui minori avvenuti tra settembre 2022 e febbraio 2023. Le spaventose pagine del report parlano di torture, ripetute e violente, da parte delle forze di sicurezza, avvenute con qualsiasi mezzo disponibile: fuoco, aghi, scosse elettriche, gas; nonché di abusi e aggressioni sessuali, preceduti o seguiti, da pestaggi. 

Una studentessa del liceo ha raccontato a HRW che durante l’arresto è stata spinta su una stufa a gas accesa, facendo così prendere fuoco ai suoi vestiti, mentre durante l’interrogatorio è stata picchiata e frustrata. 

Il familiare di un ragazzo di 17 anni ha invece riferito che il 17enne è stato picchiato e aggredito sessualmente riportando lividi su tutto il corpo; mentre un ragazzo sedicenne ha tentato il suicidio due volte dopo aver subito qualsiasi tipo di violenze. 

Iran International riporta che Tara Sepehri Far, ricercatrice senior sull’Iran presso Human Rights Watch, ha dichiarato: «Negli ultimi sette mesi, le autorità non hanno esitato a estendere il proprio potere coercitivo dello Stato per mettere a tacere anche i bambini».

Ma c’è di più: le famiglie dei bambini e dei minori arrestati dalle forze di sicurezza non sono state informate, i familiari sono stati minacciati che se avessero esposto pubblicamente quanto successo avrebbero subito gravi ripercussioni, e le giovani vittime ferite dalle forze di sicurezza non hanno nemmeno ricevuto assistenza medica.

Il report di HRW, dunque, denuncia che il regime, dopo aver perpetuato soprusi verso le donne, i manifestanti, gli oppositori, e le loro famiglie, da questo vortice di violenze non ha risparmiato nemmeno i bambini, che come si legge nell’articolo di Iran International: «In alcuni casi, agli studenti rilasciati dalla detenzione viene impedito di tornare a scuola,  o viene tagliata l’assistenza sociale alle loro famiglie, costringendoli ad andare a lavorare». 

Un mese prima, a fine marzo, è uscito invece un altro report dedicato ai minori in Iran, quello di Amnesty International, che denunciava quanto già riferito in parte poco sopra, ovvero di come i minori fossero oggetto di pesanti torture e abusi sessuali da parte parte degli agenti di sicurezza. 

Nel documento si legge: «Tra gli altri metodi di tortura descritti includono fustigazioni, somministrazione di scosse elettriche con pistole stordenti, somministrazione forzata di pillole non identificate e l’obbligo di tenere sott’acqua le teste dei bambini». 

Amnesty International, riporta la CCN, ha chiesto il rilascio di tutti i bambini detenuti, cui unica “colpa” è stata quella di aver manifestato pacificamente e non riconoscersi in una dittatura sanguinaria, ha inoltre domandato di «esercitare la giurisdizione universale sui funzionari iraniani, compresi quelli con comando o responsabilità superiore, ragionevolmente sospettati di responsabilità penale per crimini di diritto internazionale, compresa la tortura di bambini manifestanti».

In Iran pena di morte per i minori

A questi soprusi da parte della Repubblica islamica si aggiunge poi un altro elemento: l’Iran è uno tra i pochi Paesi in cui è prevista la pena di morte per individui di età inferiore ai 18 anni. Secondo il codice penale, i maschi sopra i 15 anni e le femmine sopra i 9 possono essere giustiziati, e sebbene nel 2013 sia stato modificato il codice penale che vietava l’esecuzione di minori di 18 anni, il decreto non è stato rispettato, e molte esecuzioni di minori sono state svolte in totale segretezza.

L’organizzazione Humanium rivela che i minori detenuti spesso non hanno diritto a un giusto processo e sempre più spesso sono condannati alla pena di morte; situazione che peggiora per i bambini poveri che, non disponendo di mezzi finanziari sufficienti per coprire le spese giudiziarie, sono letteralmente abbandonati a loro stessi.

Per farsi un’idea del numero di condanne a morte di minori eseguite in Iran è sufficiente consultare il sito Death Penalty Information Center, e la differenza con il numero degli altri paesi non può non attirare la nostra attenzione, senza contare il fatto che si tratta sempre di persone giovanissime. A fronte di queste documentazioni  e testimonianze viene da chiedersi: quanto sangue di innocenti iraniani sarà ancora versato?