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Errori giudiziari, il caso clamoroso di Rocco Loreto

A 20 anni dal suo arresto (ingiusto) ha ottenuto il risarcimento 

di Paolo Trapani 

Quattro giorni in carcere, 11 agli arresti domiciliari e 20 anni per concludere un burrascoso iter processuale con il risarcimento per ingiusta detenzione. Sono questi i numeri della drammatica vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto Rocco Loreto, tre volte sindaco di Castellaneta (provincia di Taranto) e una importarte esperienza parlamentare, tre mandati in Senato prima in quota Pci, poi Pds e infine Ds.

Il 4 giugno 2001 l’arresto 

La vicenda di Rocco Loreto ha origine il 4 giugno 2001, quando l’allora primo cittadino venne arrestato con l’accusa di calunnia e violenza privata. 

L’ordinanza di custodia cautelare venne emessa dal gip del Tribunale di Potenza su richiesta della Procura del capoluogo lucano. Il primo cittadino quando venne tratto in arresto si trovò i fotografi già pronti fuori casa sua per immortalarlo. La sua vicenda ebbe grande clamore mediatico, con conseguente danno di immagine. A denunciare Loreto era stato un magistrato che poi nel 2018 è stato espulso dalla magistratura per una condanna a 8 anni (aveva abusato della toga per interferire nella politica di Castellaneta, proprio per i fatti relativi al sindaco Loreto). Il provvedimento cautelare per il politico, invece, cadde dopo 2 settimane complessive di carcerazione, tra prigione e domiciliari. La motivazione del Tribunale del Riesame fu inequivocabile («assoluta carenza di indizi di colpevolezza»).

Le indagini sull’amministrazione comunale

Le indagini della Procura nei confronti dell’amministrazione di Rocco Loreto portarono a ipotizzare 84 capi d’accusa, «quasi tutti sciolti come neve al sole in udienza preliminare», ha raccontato l’ex senatore al portale www.errorigiudiziari.com

«Nel 2001 – ha aggiunto Loreto – fui candidato in deroga per la quarta volta. Una campagna elettorale in salita, che portavo avanti preceduto dalla percezione pubblica che sarei stato presto arrestato». Il processo vero e proprio iniziò nel 2008 e, dopo aver registrato il cambio di vari giudici, ha visto arrivare la parola fine nel 2018: a ben diciassette anni di distanza dal giorno dell’arresto Loreto, per entrambi i reati che gli erano stati imputati, è stato assolto con formula piena.

Assoluzione e risarcimento

Passata in giudicato la sentenza, Loreto ha chiesto il risarcimento per l’ingiusta detenzione. Ha presentato istanza alla Corte d’Appello di Potenza e il 20 maggio di quest’anno i giudici l’hanno accolta: oltre al riconoscimento di un indennizzo pari a 17.250 euro per i 4 giorni trascorsi in cella ed altri 11 ai domiciliari, il collegio giudicante ha ammesso che vi è stato un danno all’immagine: Rocco Loreto infatti ricopriva una carica istituzionale (sindaco di Castellaneta) e aveva smesso da pochi giorni di ricoprire quella ancora più importante di senatore della Repubblica. Nella sentenza i giudici valorizzano non solo l’ingiusta custodia cautelare subita dall’ex politico, ma anche il clamore mediatico subito, riferendo l’indennizzo «globalmente alle pregiudizievoli conseguenze personali e familiari e, in particolare, al pregiudizio psicologico e relazionale derivante dallo stato di detenzione».

 Leggi qui gli altri approfondimenti di www.laredazione.net sugli errori giudiziari italiani