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A cosa serve un festival di cinema

A cosa serve un festival di cinema se le novità e le anteprime scorrono sul web, se le sale cinematografiche vengono più facilmente sostituite da piattaforme streaming, se la globalizzazione spinge sempre più verso prodotti commerciali piuttosto che produzioni d’essai?

Solo in Italia i festival sono circa 130 e, a parte qualche rara eccezione, tutti piccoli e di nicchia. Solitamente sponsorizzati e finanziati, non producono quasi mai perdite e gli utili vengono spesso riconvertiti in un indotto di servizi, compreso quello turistico. Secondo una ricerca dell’università IULM pubblicata da Johan & Levi, per ogni euro investito ne vengono restituiti circa 2,6. Negli 11 festival presi in considerazione dalla ricerca, la stima di gestione è stata in circa 4 milioni e 200 mila euro. Questa somma ha determinato una produzione di quasi 10 milioni di euro, con un’occupazione di almeno 100 posti di lavoro, di cui un 20% permanenti. 

Abbiano scelto di andare a curiosare fra le quinte di uno di questi eventi, il Lucca Film Festival che si è appena concluso per saperne di più, raccogliendo le impressioni del suo direttore artistico Nicola Borrelli e del regista Luca Miniero che è intervenuto come ospite presentando in anteprima, fuori concorso, la sua ultima commedia “Tutti a bordo”.

Come nasce l’esigenza di organizzare un festival? Un bilancio di questa Kermesse appena terminata?

NB L’esigenza nasce nel 2005 quando ancora i film non erano disponibili digitalmente, non erano accessibili a tutti, soprattutto a noi sei fondatori di questo festival. Nel tempo ovviamente è cambiato, ma la necessità di scoprire, di fare ricerche è rimasta intatta. Il bilancio è davvero molto positivo, le sale sono sempre state piene, come le mostre, gli eventi dal vivo. Effetto Cinema con più di 25 performance che si sono esibite contemporaneamente ha avuto una straordinaria partecipazione popolare. Gran successo pure per l’intervento degli studenti, abbiamo sfiorato le 2000 presenze, senza considerare i collegamenti on line. Siamo quindi ottimisti nel voler proseguire questo percorso, confidando che nelle edizioni future riusciremo a portare sempre più eventi live divenendo ancora più visibili in ambito internazionale.

Quanto le realtà di provincia possono contribuire a riportare spettatori nelle sale?

NB Tutte le realtà dove c’è uno spiccato contributo cinematografico possono aiutare a riportare gli spettatori in sala. Noi ci auguriamo che Lucca possa divenire un punto di riferimento nel mese di ottobre per il grande cinema internazionale, a partire da Lucca Film Festival fino al Lucca Comics. Il lavoro deve essere costante, fatto ogni giorno, io stesso mi impegno in questo, insegnando storia del cinema e storia della televisione. Deve esserci una continua formazione che nel momento della kermesse, attraverso i suoi appassionati, ha il suo apice riuscendo in un vero confronto e incontro. In questi eventi gli spettatori possono finalmente bucare lo schermo, andando a “toccare” i loro attori o registi preferiti. Questa la vera magia del festival, che riporta all’immaginario collettivo di come il cinema sia in realtà una grande fabbrica di sogni. Il critico Marco Melani diceva “fare un festival è come fare un film”. Sicuramente un lavoro molto impegnativo, ma più riusciremo a organizzarne più cultura cinematografica potremo sviluppare.

Nell’ultima edizione della Biennale di Venezia abbiamo visto tante donne sul tappeto rosso non solo attrici e presentatrici ma anche registe. Un valore aggiunto per il cinema?

NB Abbiamo avuto il piacere di ospitare Valentina Bertani una grande regista con un grande film e Saskia Boddeke che ha ritirato un premio per la sua carriera assegnato con l’Associazione “Donne all’ultimo grido” con la quale collaboriamo da due anni. Tutte le professioniste di cui si avvale il cinema stanno consentendo di trovare una nuova vitalità, di trovare una nuova dimensione, intercettare ancora di più il pubblico o nuovi pubblici, più donne ci saranno più questo rappresenterà un valore aggiunto. 

Osservando le ultime produzioni cinematografiche italiane sembra ci sia quasi un ritorno all’essenza, addirittura diversi film sono girati in bianco e nero. Cosa ne pensa?

NB “La vita è a colori ma il bianco e nero è più realistico” riprendendo Wenders. Certamente è importante che ci sia sempre uno sguardo, anzi nuovi sguardi come si vede ora, senza peli sulla lingua, senza pregiudizi, che vadano a osservare la realtà che ci circonda, anche in maniera più diretta e inopportuna. Tutto questo non fa che arricchire sempre più la pluralità dell’industria cinematografica, dando anche un senso contemporaneo rispetto al ruolo che può avere come strumento sociale e di narrazione. Tutto ciò può motivare quindi un cambiamento, non necessariamente l’evasione in altri mondi immaginifici che ci divertono. Entrambi gli aspetti sono fondamentali come lo è la natura stessa dell’uomo,che ha alla base delle variopinte e variegate storie che animano il panorama del cinema. Guardarci attorno è fondamentale e noi italiani con i nostri giovani registi riusciamo a farlo piuttosto bene.

In seguito all’arresto dei registi iraniani Rasoulof e Panahi il mondo del cinema si è unito e schierato al loro fianco, vuole lasciare una sua testimonianza al riguardo?

NB In merito agli arresti dei registi iraniani o di qualsiasi altro artista in genere, si tratta sempre di una sconfitta per la modernità, una sconfitta stessa per tutti i valori in cui essi credono ecombattono ogni giorno. La libertà è un presupposto fondamentale di una società che può essere raccontata, narrata, studiata, che deve essere esaminata sotto ogni punto di vista, dandoci il senso della comunità nella quale viviamo per poterla all’occorrenza coscientemente migliorare. Qualunque voce venga silenziata è una sconfitta dell’umanità.

Quali sono state le sue impressioni rispetto a questo festival e quali riscontri ha avuto da questa città?

LM Il festival si svolge in una città meravigliosa, ho avuto anchel’opportunità di visitare diversi luoghi di interesse come la casa di Giacomo Puccini e devo dire che è anche ben organizzato. Queste manifestazioni sono fondamentali per il nostro lavoro, considerato che la gente si reca meno al cinema, ci permettono uno scambio e un confronto non solo con il pubblico ma anche fra addetti ai lavori.

Può fornirci qualche anticipazione sui suoi nuovi progetti?

LM Ogni regista ha sempre nuovi progetti in cantiere scriviamosempre. L’ultimo film appena presentato è rivolto a tutta la famiglia. Si intitola “Tutti a Bordo” mi sono molto divertito a girarlo, ospita sette bambini, una commedia sicuramente leggera,disimpegnata, nonostante la sua complessità tecnica volendo raccontare un viaggio in treno.

Il cinema italiano sembra stia vivendo una nuova stagione grazie anche ai fondi che sono stati destinati in supporto può confermarcelo?

LM C’è una grande propulsione che al momento forse non corrisponde a una buona affluenza di pubblico nelle sale e comunque la distribuzione avviene anche attraverso le piattaforme, che hanno sempre necessità di nuovi contenuti. La speranza resta comunque che si possa tornare a guardare i film sul grande schermo. Sono aumentate anche le produzioni, si realizzano molti progetti e questo è un segnale importante per tutta l’industria del cinema.

Tanti artisti hanno lasciato messaggi di stima e sostegno al popolo iraniano vuol dire qualcosa in proposoto?

LM Certamente tutti possiamo dare il nostro sostegno e non solo al mondo del cinema che peraltro in Iran riveste una sua grandezza. Anche se la situazione non può essere mutata, dobbiamo essere sempre solidali con i paesi in cui si verificano determinate situazioni.