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31 Ottobre 2022Emanuela Orlandi e Circeo, i casi di cronaca nelle serie tv
I fatti di cronaca nera sono tra i più cliccati in rete e discussi, dai talk show televisivi ai nuovi canali mediatici. A risentire di questo fenomeno non sono solo i fatti di cronaca più recenti, ma soprattutto i casi più oscuri del passato.
Con il mondo cinematografico e le nuove piattaforme di intrattenimento streaming i messaggi arrivano ad una platea di pubblico molto più ampia e ricettiva. In questo modo un nuovo format è andato ad ampliarsi, ovvero quello della produzione di serie tv basate sul True Crime. I fatti di cronaca nera, infatti, sono tra i più cliccati in rete, letti, commentati e discussi a partire dai talk show televisivi passando per i social fino a tutti i nuovi canali mediatici. A risentire di questo fenomeno non sono soltanto i fatti di cronaca più recenti o degli ultimi anni, ma anche e soprattutto i casi più oscuri, terribili e atroci del passato.
Vatican girl
Netflix, per esempio, regina delle piattaforme streaming il 20 ottobre ha lanciato la docu-serie su Emanuela Orlandi, Vatican Girl, caso tuttora irrisolto e proprio per questo il più ricordato. Il 22 giugno del 1983 la giovane cittadina 15enne della Città del Vaticano scompare, appena due anni dopo l’attentato a Papa Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro. Da sempre residente in Vaticano, la famiglia Orlandi racconta così dopo 39 anni il caso attraverso una docu-serie investigativa che ripercorre non soltanto gli attimi del giorno della scomparsa, ma anche tutto ciò che è accaduto dopo e negli anni seguenti. Prodotto dalla società di produzione Raw e scritta e diretta da Mark Lewis, il documentario di quattro episodi ricompone i tasselli della sparizione della ragazza a partire dalle mura della sua casa alla voce narrante del fratello Pietro Orlandi, delle sorelle, del giornalista investigativo Andrea Purgatori e di Fabrizio Peronaci, anche lui giornalista e autore de Il crimine del secolo e Il ganglio. Tra ricostruzione cinematografica e immagini reali, la docu-serie ha dato ancor più mistero alla storia di Emanuela in quanto ci sono testimonianze, foto e dettagli inediti ma anche nulla di decisivo. Probabilmente uno dei particolari più inquietanti è quello relativo alla dichiarazione del carabiniere dopo la denuncia da parte della famiglia della giovane: “Non è abbastanza bella per essere stata rapita”, oltre ai nastri registrati e le varie dichiarazioni di chi l’ha vista per l’ultima volta con il suo flauto mentre si recava a lezione in piazza Sant’Apollinare. Come ogni serie tv, anche in questa le polemiche non sono mancate in particolar modo da parte del Vaticano, il cui coinvolgimento nella storia nel documentario sembra essere dato per certo. Così come sembrano essere certi gli abusi sessuali e il coinvolgimento di un personaggio della Banda della Magliana, Enrico De Pedis come testimonia l’allora fidanzata Sabrina Minardi e di due americani, uno dei quali Marco Accetti ha dichiarato di essere lui “l’americano” e ha lasciato le sue dichiarazioni nel corso della docu-serie. Non si ha certezza dell’identità dell’altro americano ma dalla ricostruzione tutto sembrerebbe portare all’arcivescovo americano Paul Marcinkus. In ogni caso, attraverso questa produzione la storia di Emanuela Orlandi è stata sviscerata, ma la conclusione in un nulla di fatto lasciano soltanto l’immagine di una ragazza sorridente con una fascia tra i capelli i cui manifesti hanno tappezzato la città per mesi e continuano a farlo anche dopo quasi quarant’anni.
Strage del Circeo in tv
Se andiamo ancora più a ritroso nel tempo, un altro caso di cronaca nera davvero atroce è stato reso in serie tv grazie alla produzione Cattleya e Vis disponibile su Paramount + dal 15 settembre e prossimamente nel 2023 trasmessa anche sulla rete Rai. Composta da 6 episodi diretti da Andrea Molaioli, scritta da Flaminia Gressi, Viola Rispoli e Lisa Nur Sultan Circeo ripercorre la vera storia del massacro del Circeo avvenuto il 29 settembre del 1975 e il processo che ha segnato la storia. La miniserie, infatti, parte proprio da qui, dalla vicenda vista attraverso lo sguardo dell’avvocato Teresa Capogrossi, un personaggio fittizio che in realtà rappresenta il primo vero passo verso la consapevolezza della forza femminile (e femminista). Il caso del Circeo si può descrivere non soltanto come il caso di cronaca più terribile mai accaduto ma il primo che ha smosso totalmente l’opinione pubblica modificando così la storia del nostro Paese. La vicenda vede al centro due giovani ragazze di periferia, Rosaria Lopez e Donatella Colasanti invitate con l’inganno da un gruppo di tre giovani “pariolini” della Roma borghese (Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira) proprio sul promontorio del Circeo nella loro casa al mare. Convinte di essere state invitate ad una festa tra amici, Rosaria e Donatella si ritrovano in realtà in un incubo: vengono rapite e brutalmente violentate per 36 ore fino alla morte di una di loro. Lasciate in un’auto nude, abbracciate e con numerose ferite e la testa spaccata è così che le due ragazze vengono trovate. A perdere la vita è Rosaria, mentre la Colasanti è viva ed è stata definita come l’unica sopravvissuta di uno dei casi più efferati mai commessi. Contrariamente a quanto l’epoca e le circostanze permettessero, Donatella inizia una dura battaglia processuale costituendosi parte civile per la condanna dei tre ragazzi della Roma bene, i quali credevano che la loro condizione agiata potesse proteggerli dai reati commessi. Ma così non è stato. Il processo ha infatti avuto una risonanza mediatica altissima, soprattutto perché grazie alla Colasanti l’Italia si è trovata faccia a faccia con un orrore come quello della violenza sessuale per cui l’offesa alle vittime è stata più forte della pubblica morale. Le serie tv sulla strage del Circeo e sul caso di Emanuela Orlandi arrivano così in maniera diretta, permettendo alla conoscenza di essere potere, per penetrare nella coscienza storica e sociale di un Paese che tutt’oggi vive migliaia di casi terribili e molte volte irrisolti.