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Elezioni a settembre: centrodestra vincente, a meno che…

Quasi tutti gli scenari nei sondaggi danno avanti Fdi, Lega e Fi 

di Paolo Trapani 

L’improvviso precipitare della crisi politica, che ha mandato a casa il governo Draghi, ha aperto la via delle urne. A settembre si svolgeranno le elezioni politiche anticipate. 

Secondo i vari scenari politici e parlamentari, che in queste ore circolano nelle segreterie dei partiti e sulla carta stampata, il Centrodestra è chiaramente in vantaggio.

Ai tre partiti di Fdi, Lega e Forza Italia (più gli alleati minori) viene attribuita una buona maggioranza. Le proiezioni studiate dagli esperti fanno riferimento alla composizione della nuova Camera dei deputati. 

Dopo la riforma costituzionale, 400 saranno i seggi da assegnare con il voto degli italiani. Al blocco dei conservatori vengono attribuiti tra i 202 e i 244 deputati. Dunque in qualunque scenario, tra quelli ad oggi ipotizzati, il centrodestra avrebbe sempre più della metà necessaria per formare una maggioranza e sostenere un governo di coalizione. 

Il centrodestra, però, non è un blocco politico granitico: tra i partiti sovranisti di Meloni e Salvini e gli alleati centristi, da Berlusconi a Toti e agli altri, vi sono diverse differenze di visione del mondo e di strategia. Il tempo che manca al voto è poco, quasi impossibile che l’alleanza si possa rompere, ma è facile immaginare che dopo il voto questa possibile maggioranza che andrà a formarsi non procederà tranquilla nell’azione di governo. Sicuramente non mancheranno difficoltà e contrasti. 

Nel campo opposto, però, le cose non vanno assolutamente meglio: la deflagrazione del Movimento 5 stelle, ormai realtà politica che fa i conti con scissioni continue, mette in seria difficoltà anche l’ipotesi ‘campo largo’ che era stata immaginata da Enrico Letta e dal Pd. Lo scenario migliore per l’alleanza di centrosinistra non prevede  di superare i 180/190 seggi alla Camera. 

La dinamica che ha determinato la crisi di governo, con la fine anticipata dell’esecutivo Draghi e della legislatura, non ha sicuramente aiutato il blocco progressista. 

Nel mezzo delle due principali coalizioni politiche ci sono diversi altri micropartiti (Azione di Calenda, Iv di Renzi, Italexit di Paragone, Insieme per il futuro di Di Maio, +Europa della Bonino) la cui forza elettorale non determinerà uno stravolgimento negli esiti delle urne, ma la cui  consistenza parlamentare potrebbe rivelarsi importante nel corso della prossima legislatura. 

Le alleanze infatti saranno sempre decisive e la storia italiana insegna che, nell’arco di una legislatura, tendono spesso a cambiare se non  addirittura a stravolgersi rispetto ai cartelli elettorali che si presentano al voto. 

Dopo la riforma costituzionale che ha tagliato il numero dei parlamentari la prossima Camera dei deputati sarà, come detto, di 400 eletti. Il Senato della Repubblica invece sarà composto di 200 rappresentanti. Il sistema elettorale, denominato ‘rosatellum’, prevede che il 64% dei seggi venga assegnato col metodo proporzionale (e qui i partiti concorrono singolarmente nella caccia al voto) mentre il restante 36% verrà attribuito con il maggioritario, attraverso collegi elettorali nei quali i vari partiti si presentano in coalizioni.  

Nb: la tabella con gli scenari della nuova Camera dei deputati è stata realizzata, sulla base dei sondaggi più recenti, da Ipsos per il Corriere della Sera