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Finlandia, che cosa succede

Il viaggio di Dania Ceragioli in vista della nuova stagione anche politica 

L’avvento dell’estate per la Finlandia rappresenta sempre un momento importante, essendo una terra di opposti, dal clima estremo. Gli inverni possono durare anche sette mesi e il buio artico, nelle corte giornate, può divenire impenetrabile. Quando l’oscurità cede il passo alla luce, intensa, infinita, che rischiara le giornate per 24 ore e il freddo manto di neve scopre i laghi, i giardini, le strade, la gente si reinventa con un altro stile di vita. Il clima e la luce diventano gli indiscussi protagonisti per un popolo, andando fortemente a influenzare i loro costumi, gli usi, le abitudini, e anche il carattere.

Quando Juhannus segna il periodo della stagione estiva e permette alle giornate di estendersi all’infinito, si avverte una nuova energia che ben presto finisce per trasformarsi in frenesia, poiché la consapevolezza di non sprecare neppure una sola ora di luce induce a rimanere fuori più a lungo possibile. L’incontro con alcuni pescatori di granchi, come quello con alcuni allevatori di renne, fanno comprendere come queste attività commerciali, soprattutto in estate, possano essere affiancate da una più turistica.

I pescherecci consentono di trasportare escursionisti per avvistamenti in alto mare, come le fattorie che una volta aperte permettono una migliore visione sulle colture e sugli allevamenti del territorio. Ma è la comunità Sami, con un la rievocazione delle loro storie e tradizioni di tempi che furono a colorare la sferzante luce della domenica mattina, facendo della luce stessa una componente essenziale alla loro gioia. La credenza popolare racconta: “Se una giovane fanciulla mette sette fiori sotto il cuscino prima di addormentarsi sotto il sole di mezzanotte, nel giorno del solstizio d’estate il suo futuro fidanzato gli apparirà in sogno”.

Ma come si prepara la Finlandia a questa nuova estate già alle porte? Un’estate che potrebbe essere significativamente diversa dalle precedenti, essendosi aperto il dibattito sull’adesione alla Nato. Il Parlamento finlandese proprio in questi giorni, ha iniziato a discutere su quella che potrebbe essere una possibile svolta storica: l’abbandono della neutralità, come risposta all’offensiva che la Russia sta conducendo in Ucraina. La giovane leader socialdemocratica del paese Sanna Marin ha lasciato intendere che una decisione potrà esserci in tempi molto stretti.

Sia fra l’opinione pubblica che fra i membri dell’Eduskunta il consenso sta crescendo rapidamente. La Finlandia che condivide un confine con la Russia di 1340 chilometri e faceva parte dell’impero russo prima di ottenere l’indipendenza potrebbe avere significativi vantaggi a entrare nell’Alleanza in caso di un attacco da parte del suo minaccioso vicino. Conosce, infatti, attraverso quella che fu definita la guerra d’inverno, combattuta tra il 30 novembre 1939 e il 12 marzo 1940, le conseguenze di un conflitto che all’epoca costarono alla Nazione circa il 10% dei propri territori, fra cui gran parte della Carelia un pezzo importante della loro identità culturale. La candidatura formale assieme a quella della Svezia, potrebbe essere presentata all’incontro Nato previsto a Madrid a fine giugno. Proprio negli ultimi giorni un’intensa cooperazione fra queste due Nazioni e gli alleati si è di fatto vista intensificare.

Nei cieli dell’Estonia è stata portata avanti l’esercitazione Ramstein Alloy che prevedeva l’addestramento al combattimento aereo, il rifornimento in volo, l’identificazione e scorta di un aereo simulante la perdita di comunicazione. La Russia assolutamente contraria e ferma nell’intenzione di mantenere zone neutrali in Europa, intanto non ha perso tempo a ammassare le proprie truppe al confine finlandese per scoraggiare qualsiasi tentativo di adesione e dal Cremlino hanno fatto sapere che non mancheranno conseguenze.