Tunisia, aumentano i migranti con l’Italia che diventa il primo partner commerciale

Monasteri italiani, in viaggio tra i più suggestivi
2 Maggio 2023
Pianeta Mare, la foto è un tuffo nell’universo
2 Maggio 2023
Monasteri italiani, in viaggio tra i più suggestivi
2 Maggio 2023
Pianeta Mare, la foto è un tuffo nell’universo
2 Maggio 2023

Tunisia, aumentano i migranti con l’Italia che diventa il primo partner commerciale


Nel periodo Gennaio-Marzo 2023 la Guardia nazionale tunisina ha intercettato 14.406 migranti, a fronte dei 2.532 dell’anno scorso. Le autorità tunisine chiedono soldi all’Europa per fermare l’onda migratoria.

È stata una delle immagini più significative della nostra epoca, quella del giovane fruttivendolo tunisino che si diede fuoco nella piazza centrale della sua città per protestare contro il Governo. Era Dicembre del 2010 e quel gesto estremo di lì a poco avrebbe generato la Rivoluzione dei Gelsomini, che poi si sarebbe estesa in Egitto, Libia, Siria dando vita al fenomeno passato alla storia come Primavere Arabe.

L’instabilità politica della Tunisia

Sono trascorsi dodici anni da quella rivoluzione che liberò la Tunisia dalla dittatura di Ben Ali, ma molti indicatori fanno comprendere che la situazione non è migliorata.

Nonostante in questo lasso di tempo sia riuscita a produrre una nuova Costituzione, abbia respinto l’integralismo islamico e riconosciuto più diritti alle donne, l’instabilità politica declinatasi in una successione di sei Presidenti, nove Primi ministri e undici Governi ha contribuito all’immobilismo del Paese. Gli attacchi terroristici e il Covid hanno poi fatto il resto, azzerando una delle principali risorse che era il turismo.

L’economia tunisina

L’inflazione naviga stabilmente sopra il 10%, con un conseguente aumento dei prezzi alimentari insostenibile per la popolazione, falcidiata anche da una siccità che va avanti da cinque anni.  Le principali multinazionali che avevano investito in Tunisia iniziano a spostarsi nel vicino e più stabile Marocco. 

Le entrate economiche dagli emigrati tunisini

Le uniche entrate che fanno segnare un trend di crescita sono quelle delle rimesse verso le proprie famiglie d’origine provenienti degli emigrati, che lavorano all’estero.

La Banca Mondiale le stima in oltre 2 miliardi di dollari. 

Proprio il dato dei migranti è quello più emblematico della attuale crisi tunisina. Dal sondaggio dell’Observatoire National de la Migration emerge: «L’emigrazione dalla Tunisia è diventata un comportamento sociale» che attraversa ogni famiglia. Il 65% dei tunisini dichiara di volersene andare «a qualsiasi costo». La percentuale sale al 90% se si tratta di giovani sotto i trent’anni. Dunque, quello che succede in Tunisia ci riguarda direttamente.

L’emigrazione tunisina

E, inevitabilmente, il peso dell’emigrazione tunisina ricade sull’Italia puntano i migranti. 

Nel periodo Gennaio-Marzo 2023 la Guardia nazionale tunisina ha intercettato 14.406 migranti, a fronte dei 2.532 dell’anno scorso. 

Le autorità tunisine per tutta risposta chiedono soldi all’Europa per fermare l’onda migratoria, proprio come fatto per la Turchia qualche anno fa. 

Le decisioni del Presidente Kaïs Saïed

Dal 2019 alla guida del paese è il Presidente Kaïs Saïed, distintosi per aver fatto modificare la Costituzione così da attribuirsi poteri più ampi e per aver sciolto il Consiglio Superiore della Magistratura, revocando 57 giudici e istituendo tribunali militari per oppositori, giornalisti, imprenditori.

Come se non bastasse l’attività istituzionale del Presidente è proseguita, con un azzeramento della Corte costituzionale e una nuova elezione del Parlamento, nel Dicembre 2022, senza partiti e votato solo dal 12% della popolazione. 

Il quadro finanziario della Tunisia

Il quadro finanziario della Tunisia è preoccupante. 

Sul finire del 2022, il Fondo Monetario Internazionale ha stoppato un prestito da quasi due miliardi di dollari, perché delle riforme richieste in cambio dei finanziamenti non se ne vedono le tracce. 

Il rischio di un ulteriore declassamento del debito pubblico, con conseguente aumento dell’inflazione e dei tassi d’interesse è dietro l’angolo, spalancando le porte a un tragico default. 

In questo scenario la crisi finanziaria si incastra in dinamiche di influenza geopolitica.

I contatti con la Russia

Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha promesso collaborazione al Governo di Tunisi in un colloquio telefonico, con la sponda del leader algerino Tebboune, molto vicino agli apparati del Cremlino.

Lo spauracchio di una Russia nel cuore del Mediterraneo è un allarme per l’intero Occidente, l’Europa e l’Italia in particolare, che dalla Tunisia dista poco più di 130 km. 

Italia e Tunisia

Proprio il nostro Paese, nel 2022 ha superato la Francia, diventando il primo partner commerciale dei tunisini e nell’ultimo biennio ha già varato diversi piani d’aiuto, con stanziamenti di diverse centinaia di milioni di euro.

Ma l’attenzione dell’Italia coincide con gli interessi europei e per questo, nelle prossime settimane è prevista una visita ufficiale a Tunisi, che vedrà impegnata la commissaria europea per gli Affari Interni Johansson, il ministro dell’Interno italiano Piantedosi e il suo omologo francese Darmanin.