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Una Chiave gigante sbarca a Napoli

Nella città partenopea, in piazza Mercato, la prima tappa della “Key of Today” che apre le porte del silenzio  

Come un musicista che si esprime con una raccolta di suoni, così l’artista italo-albanese Alfred Mirashi, in arte Milot, si farà portavoce nel mondo del dialogo e della riscoperta di valori perduti. Una gigantesca chiave arrotolata in acciaio corten, alta 10 metri e larga 20, verrà installata dal 30 marzo 2023 nella storica piazza Mercato di Napoli. L’ esposizione della scultura intitolata “Key of Today” resterà fino a giugno.

Il significato metaforico della chiave

Non è la prima volta che Milot realizza queste chiavi monumentali. Il suo obiettivo è stato sempre quello di lanciare un “grido” universale: il rispetto reciproco delle persone senza limite di luoghi e di distanze. La chiave rappresenta il simbolo dell’apertura, della vita, della rinascita in un mondo calpestato dalle disuguaglianze che limitano sia le opportunità che le potenzialità di tutti. Anche la scelta della piazza non è casuale: uno spazio metafisico che sostituisce quello fisico e una sorta di luogo non luogo. “Key of Today” si integra in un progetto ben più ampio dal titolo: “Key of Unity”(la Chiave dell’Unione). Un viaggio itinerante del quale fanno parte la “Dream Key” e la “Water Key”. Ogni tour è accompagnato da incontri che vertono su diverse tematiche come la Salute mentale, ambiente, umanesimo, leadership e pace. La permanenza varia da uno a due mesi. 

Perché Napoli come punto di partenza

La prima tappa della mastodontica scultura è stata voluta dallo stesso artista. Nel 1991 partì dall’Albania con una delle navi che salpavano dal porto di Durazzo, insieme a tante altre persone, per poter intraprendere il suo percorso artistico. Dopo uno sbarco a Brindisi insieme ad altre 5000 persone, giunse a Napoli per poi trovare accoglienza a Cervinara, un paese in provincia di Avellino. Appena diciannovenne, per sostenersi faceva dei lavori di bottega. In seguito, raggiunse Firenze e poi Milano per frequentare l’Accademia di Brera. Vinse una  borsa di studio Erasmus e proseguì gli studi a Nottingham, ma il suo desiderio era di ritornare in Italia. Proprio a Napoli allestì una grande mostra di tre piani al Maschio Angioino. Il legame con la città resta indissolubile anche per la sua carriera artistica.

Il meccanismo emotivo che ispira Milot

“Nel grande sforzo che facciamo ogni giorno per realizzare i nostri sogni troviamo inconsapevolmente molte barriere, pregiudizi e meccanismi della vita, dove è molto difficile realizzare i nostri desideri. La chiave, come oggetto, non ha il semplice scopo di aprire, ma di simboleggiare l’apertura di tutto, senza luoghi chiusi, come strumento per trovare la giusta via per ogni essere umano. In questa società siamo continuamente bombardati da immagini virtuali: mostrare se stessi è diventato l’impegno più comune. L’uomo è costretto all’incomunicabilità e di conseguenza, anche gli artisti sono alla ricerca di una nuova identità per cercare di far riflettere sulla grande incertezza in cui viviamo. Tutto ciò continua ancora oggi e a livello globale. E’ fondamentale eliminare le paure individuali e collettive che ci circondano. Il mio vuole essere un messaggio positivo di speranza, affinché tutti possano realizzare i propri sogni”. 

Il progetto è stato presentato dall’Associazione Mille Volti in collaborazione con il Comune di Napoli e il Sindaco Gaetano Manfredi, sotto la direzione esecutiva di Michael Kaiser/JeanWolfe, con la direzione artistica di Michele Stanzione e l’ingegnere Michele Palumbo, oltre alla collaborazione di Francesco Bianco, Lai Junjie e Albine Mirashi. Il tour toccherà altre città italiane ed europee, con denominazioni diverse, ma con un timbro unico per ogni singola tappa. Dopo Napoli, l’ esposizione toccherà Firenze e Torino per poi proseguire fino a  

Madrid, Parigi, Berlino e Bucarest. 

Un evento dal duplice fine: rilanciare la seconda piazza più grande e multistorica della città partenopea, fulcro del degrado e dell’abbandono e  sciogliere il ‘nodo’ del silenzio. Una chiave da ‘slegare’ per non chiudere ciò che è aperto.