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Australian Open: il caso della tennista Natalia Vikhlyantseva, esclusa per il vaccino russo Sputnik

di Coraline Gangai

Il 17 gennaio 2022 sono iniziati ufficialmente gli Australian Open (AO), il torneo internazionale di tennis diventato uno degli eventi sportivi più importanti del mondo. A gettare un’ombra sull’edizione di quest’anno la vicenda di Natalia Vikhlyantseva, la tennista ventiquattrenne originaria di Volgograd vaccinata con doppia dose, ma esclusa dalla competizione in quanto Sputnik non sarebbe attualmente riconosciuto dal Sistema Sanitario australiano.

Lesclusione dagli Australian Open e gli scarsi controlli dellorganizzazione sportiva

Il 20 dicembre scorso, con un tweet pubblicato sul suo account ufficiale, la tennista comunicava il ritiro dalla competizione: “Sfortunatamente non potrò prendere parte agli Australian Open quest’anno. Sono molto soddisfatta delle mie ultime prestazioni sportive e avrei tanto voluto giocare, ma lo Sputnik non è ancora riconosciuto dal Sistema sanitario australiano. In bocca al lupo ai partecipanti e al team degli Australian Open, che ha sempre organizzato un evento fantastico”.

Requisito primario per l’accesso al Paese d’oltreoceano è l’essere vaccinati, ma solo con vaccini riconosciuti dal Sistema sanitario australiano. La recente vicenda che ha visto protagonista Novak Djokovic, il giocatore serbo finito sotto ai riflettori per aver rilasciato dichiarazioni fallaci circa la sua vaccinazione, aver violato la quarantena quando era positivo e presentato un visto falsificato per entrare nel Paese ha però dimostrato, almeno in parte, il contrario. Sebbene il 14 gennaio gli sia stata notificata l’esclusione dai giochi e annullato il visto, l’opinione pubblica si è chiesta perché pur essendo non vaccinato gli sia comunque stato concesso di prendere parte agli allenamenti, mettendo così a rischio la sicurezza di partecipanti e organizzatori, mentre la tennista vaccinata sia stata esclusa sin dall’inizio?

Alle regole ferree imposte dal protocollo Covid-19 australiano si sono contrapposte poi altre contraddizioni come la discordanza tra quanto previsto dal regolamento degli AO, che impone a giocatori e spettatori l’obbligo vaccinale per poter accedere agli spazi del Melbourne Park, e la totale mancanza, da parte del personale medico specializzato, di procedure di controllo dei tamponi rapidi fai-da-te effettuati dagli atleti nelle proprie stanze d’albergo, come denunciato dal tennista Bernard Tomic.

Le regole dingresso e la controversa politica vaccinale australiana

Dal 15 dicembre scorso l’Australia impone ai viaggiatori che entrano nel Paese il possesso di

Pfizer (approvato il 25 gennaio 2021), AstraZeneca (approvato il 15 febbraio 2021) o Moderna (approvato il 9 agosto 2021), e un valido certificato di vaccinazione, effettuata almeno 7 giorni precedenti al viaggio internazionale e con un vaccino approvato dall’Autorità australiana competente – Therapeutic Goods Administration (TGA) come di una dichiarazione, l’Australian Travel Declaration, che andrà compilata almeno 72 ore prima di partire e mostrata al momento dell’arrivo in aeroporto.

Il silenzio dellorganizzazione AO

La Vikhlyantseva non è stata l’unica a rinunciare al torneo. Tra gli altri anche l’austriaco Domnic Thiem e la ceca Karolina Muchova, entrambi ritirati a causa di un infortunio.

A pesare sulla vicenda è che, mentre nei confronti della prima l’organizzazione ha adottato il ‘silenzio stampa’, nei confronti degli altri atleti rinunciatari sono invece state mostrate solidarietà e vicinanza. Quanto accaduto sembra condurre a una triste constatazione: l’esistenza di atleti di serie A e B e non c’è messaggio più sbagliato di questo, soprattutto nello sport dove a contare dovrebbero essere la disciplina, l’attenersi alle regole e la correttezza dentro, ma soprattutto fuori dal campo.