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Benzina, record nelle isole dell’isola

Il nostro viaggio per stazioni di servizio in Sicilia dà costi alle stelle. A Ustica un litro di benzina o di diesel costa circa 2,39 euro, mentre a Lampedusa un litro di benzina senza piombo raggiunge i 2,41 euro (il diesel 2,33 euro). A Pantelleria occorrono almeno 2,35 euro per un litro di benzina e circa 2,19 euro per un litro di diesel.

Continua la lotta anche in Sicilia per far diminuire i prezzi del carburante. L’Italia, infatti, è ormai da mesi alle prese con il caro benzina e l’isola risulta essere la regione maggiormente colpita. Basti pensare che il gasolio messo al self service costa 1,774 euro al litro mentre la benzina ha raggiunto l’1,923 euro al litro.

Sicilia più penalizzata dal caro prezzi carburanti

Anche nelle isole minori come Ustica, Lampedusa, Pantelleria e Favignana il prezzo del carburante ha raggiunto prezzi record. A Ustica, per esempio un litro di benzina o di diesel costa circa 2,39 euro, mentre a Lampedusa un litro di benzina senza piombo raggiunge i 2,41 euro (il diesel 2,33 euro). A Pantelleria occorrono almeno 2,35 euro per un litro di benzina e circa 2,19 euro per un litro di diesel. Prezzi da capogiro che preoccupano i siciliani residenti nelle località isolane e che continuano a mobilitarsi per chiedere misure urgenti al Governo.

Camionisti, imprenditori e consumatori pronti a mobilitazioni

Il caro prezzi, inoltre, mette in ginocchio camionisti e agricoltori pronti a mobilitazioni in caso di totale assenza da parte del Governo. Spostando gli occhi sulle zone interne della Sicilia, il prezzo della benzina tocca quota 1,946 euro al litro nelle strade comunali, provinciali e statali, mentre il gasolio si attesta attorno a 1,840 euro al litro. A pagarne le conseguenze saranno soprattutto gli imprenditori e i camionisti. A denunciarlo è il segretario nazionale del Codacons Francesco Tanasi: “La stangata di post-Ferragosto in atto in tutta Italia con l’improvviso rincaro dei derivati del petrolio, in Sicilia peserà di più sulle spalle di consumatori, camionisti e imprenditori, semplicemente perché, al di là degli esigui scarti di prezzo fra le regioni, sul territorio siciliano si impiegano più ore a viaggiare in strada a causa di quel gap infrastrutturale mostrato di recente, in tutta la sua evidenza, dal caos-voli generato dall’incendio nell’aeroporto di Catania. Ma anche perché il reddito degli isolani è più basso rispetto al resto del Paese”, ha spiegato.

Ecco la mappa dei prezzi tracciata dal Codacons

La mappa tracciata dal Codacons regione per regione evidenzia i prezzi più alti. Nel territorio siciliano ed in particola nell’isola di Lampedusa, la benzina ha un costo pari a 2,399 contro i 2,429 del diesel. Prezzi alti anche per altre regioni d’Italia. Per fare un esempio, nel Lazio la benzina ha raggiunto costi per 1,902 euro e il diesel a 1,1757 euro, in Campania il prezzo della benzina ha raggiunto quota 1,912 euro contro i 1,758 del diesel, in Basilica, invece, la benzina costa circa 1,935 euro e il gasolio 1,771 euro. Caro prezzi anche nelle regioni del Nord Italia con il Veneto che raggiunge quota 1,898 per quanto riguarda la benzina e 1,753 per il gasolio. L’Emilia Romagna, invece, ha un prezzo medio sulla benzina di circa 1,911 euro e circa 1,768 sul gasolio mentre in Friuli-Venezia Giulia la benzina costa 1,922 euro e il gasolio costa 1,780 euro.

Gli elementi che determinano il prezzo del carburante

Inoltre, il Codacons, spiega quali sono gli elementi essenziali che contribuiscono a formare i prezzi del carburante in Italia. In primo luogo, il costo della materia prima. Il costo del petrolio viene determinato dal West Texas Intermediate, il Fatehe e il Brent, ovvero il greggio del Mare del Nord utilizzato come rifornimento soprattutto sul mercato europeo. Successivamente, l’agenzia specializzata Platts consente la conversione fra la domanda e l’offerta.

Infine, entrano in gioco gli intermediari petrolifere che rappresentano le raffinerie e piazzano sul mercato il prodotto finito. Il prezzo del carburante, viene determinato anche dalla componente fiscale (Iva e accise) applicata sul prodotto e il margine lordo che determina gli utili dei distributori, degli intermediari e dei rivenditori autorizzati.

Gli aumenti dei prezzi di benzina e diesel, anche nel 2023 sono determinati dalla cancellazione del taglio delle accise e il governo nazionale sembra ancor a lontano dall’idea di tagliarle. “Costerebbe un miliardo al mese, circa 12 miliardi di euro l’anno. Questi fondi sono stati utilizzati per tagliare due volte il cuneo fiscale” ha spiegato il Ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso.

L’intervento di Altroconsumo, caro prezzi in peggioramento

Come fa notare l’associazione Altroconsumo, la situazione del caro prezzi carburante è nettamente peggiorata negli anni: con un consumo di 900 litri l’anno, solo nel 2022 sono stati spesi circa 130 euro (per auto) in più rispetto al 2021. Mentre, quest’anno rispetto a due anni prima, si stima una spesa di almeno 115 euro in più. Con la proposta di azzeramento dell’Iva si sarebbe generato un risparmio di circa 150 euro ad auto.