Fumo, in arrivo il divieto anche all’aperto

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Fumo, in arrivo il divieto anche all’aperto

Sono trascorsi vent’anni dalla legge Sirchia che bandiva il fumo nei locali pubblici e tra poco potrà essere proibito fumare anche all’aperto. Il nuovo Decreto è attualmente in bozza.

Sono trascorsi vent’anni dalla legge antifumo che ha bandito le sigarette all’interno dei locali aperti al pubblico. La legge Sirchia, dal nome dell’allora ministro della Salute Girolamo Sirchia, ha contribuito a ridurre significativamente il numero di fumatori in Italia: la quota di fumatori nella popolazione con più di 15 anni è scesa dal 33 al 22%.

Tra il 2020 e il 2022 si è assistito invece ad un salto in avanti che ha portato la quota al 24,2 percento, la pandemia ha avuto, purtroppo, un ruolo importante in questo aumento.

Un bilancio della Legge Sirchia

Queste le parole dell’ex ministro della salute Girolamo Sirchia: “La legge 3/2003 è stata una grande battaglia che i cittadini hanno compreso, tanto che negli anni hanno difeso il provvedimento dai continui attacchi delle multinazionali del fumo più di quanto abbia fatto la politica. Le persone hanno capito che si tratta di un provvedimento che non guarda agli interessi specifici di qualcuno, come spesso accade, ma a quelli della popolazione, alla loro salute e alla loro vita”.

Nel 2003 veniva emanata la legge n. 3 (art. 51), “Tutela della salute dei non fumatori” che ha esteso il divieto di fumo a tutti i locali al chiuso.

Gli esperti della società italiana di Allergologia, Asmologia e Immunologia clinica (SIAAIC) parlano di un bilancio positivo: sono diminuiti del 10/15% gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri dei pazienti asmatici, anche tra i più piccoli. “L’asma è una malattia cronica delle vie aeree di natura infiammatoria che interessa una vasta parte della popolazione. Se una persona non ha caratteristiche patogenetiche, il fumo passivo non può causarla, ma le persone che soffrono di asma bronchiale risentono in modo negativo degli effetti del fumo sia attivo che passivo, per la potente azione infiammatoria e la minore efficacia del trattamento farmacologico”, sottolinea Mario Di Gioacchino presidente SIAAIC.

Il fumo passivo

La malattia tende quindi ad avere un andamento peggiore e a riacutizzarsi con maggiore frequenza. “Il fumo passivo in età pediatrica è un fattore che favorisce l’insorgenza dell’asma nei bambini e aumenta la possibilità che possano diventare asmatici nel tempo. Inoltre, l’esposizione al fumo passivo in età pre e post natale, aumenta il rischio di comparsa dell’Asma dal 21 all’85 per cento”, afferma Gianenrico Senna, professore di Malattie Respiratorie all’Università di Verona e direttore dell’Asma Center del Policlinico Universitario.

“I progressi che abbiamo ottenuto negli ultimi 20 anni, grazie alla pulizia dell’aria dal fumo di sigaretta, rappresentano uno dei più importanti risultati di salute pubblica. Ma l’abitudine al fumo nei pazienti asmatici resta ancora molto alta e la frequenza della malattia è legata anche all’aumento del carico pollinico e dello smog”, sottolineano gli esperti SIAAIC per i quali sono necessari ancora molti altri sforzi per proteggere le persone esposte, tra l’altro, al fumo passivo in casa.

Il piano del governo neozelandese

Se diamo uno sguardo al resto del mondo, molti Paesi hanno fatto passi da gigante già dagli anni scorsi. A questo proposito, certamente lodevole e degno di nota è il nuovo piano del governo Neozelandese che ha iniziato col vietare la vendita di sigarette a chi è nato dopo il 2004. Con questo programma la Nuova Zelanda si propone di liberare dal fumo le nuove generazioni.

Nel Paese la prevalenza di fumatori è diminuita grazie a norme stringenti ed una tassazione in aumento che ha portato i prezzi delle sigarette alle stelle. Non è finita qui, perché è stato deciso di aumentare le tasse sulle sigarette del 10% ogni 10 anni. Nel 2010 c’è stato il primo aumento e nel 2019 il secondo. Tuttavia, nel Paese abitato da circa 5 milioni di persone, i fumatori sono mezzo milione.

Si studia l’applicazione di nuove strategie del “tobacco-endgame”, come ridurre il livello di nicotina consentito nei prodotti con tabacco, aumentare i prezzi e limitare il numero di rivendite.

Il Ministro della salute ha detto che il piano dovrebbe basarsi su un nuovo approccio al problema, anche se il Paese ha già fatto grandi progressi.

Fumo, cosa fa l’Australia 

Anche l’Australia ha preso delle importanti decisioni a riguardo. La strategia di questo Paese si basa sulla “riduzione del danno”, come strategia di salute pubblica. Questo sistema riconosce che non tutte le persone sceglieranno di evitare comportamenti rischiosi e cerca di offrire quindi delle alternative a quelle persone. Tra l’altro la sigaretta elettronica sarà disponibile solo su prescrizione.

Per l’industria del tabacco e i sostenitori dell’industria, la “riduzione del danno” è un mercato dei prodotti a base di nicotina in cui, affianco alle sigarette e agli altri prodotti tradizionali, ci sono nuovi prodotti probabilmente meno tossici, come le sigarette elettroniche, i prodotti a tabacco riscaldato, le bustine di nicotina da assumere per bocca. Essi sostengono che questo approccio incoraggerà lo sviluppo di alternative meno dannose alle sigarette e migliorerà quindi la salute pubblica.

Se le sigarette elettroniche servono davvero per fornire nicotina ai soli fumatori adulti, che non riescono o non vogliono smettere di fumare sigarette combustibili, allora rendiamole disponibili in farmacia! E’ questo il ragionamento del governo australiano.

La Legge Schillaci, cosa prevede

Tornando al nostro paese, il 2023 sembra essere finalmente l’anno della svolta con la nuova legge Schillaci che cancellerà il fumo anche all’aperto.

Tra non molto, infatti, fumare all’aperto potrebbe essere vietato: la legge – che per ora è solo una bozza – era stata annunciata dal ministro della Salute, Orazio Schillaci. Attualmente il provvedimento si trova alla fase della messa a punto da parte dei tecnici del ministero della Salute.

Secondo le indiscrezioni, sarà proibito accendere una sigaretta, comprese le sigarette elettroniche, mentre si sta seduti ai tavoli all’aperto di bar e ristoranti, ma non solo, il divieto pare sarà esteso anche alle fermate di metro, bus, treni e traghetti.

La multa per chi trasgredisce ai nuovi divieti è di 275 euro, ridotta del 50% se si paga entro 60 giorni. La stessa sanzione già in vigore per chi infrange il divieto di fumo tradizionale al chiuso. Non sarà compito dei gestori dei locali dover comminare le sanzioni, ma spetterà ai vigili urbani o alle forze dell’ordine.

Stretta in arrivo infine anche per la pubblicità che sembra potrebbe colpire anche quella delle sigarette elettroniche. Maggiori restrizioni previste anche per le sale riservate ai fumatori che potrebbero essere vietate negli aeroporti, così come nei locali al chiuso.

Non tutti però sono favorevoli alla nuova svolta salutista del governo. E anche all’interno della stessa maggioranza c’è chi ha già reso pubblico il suo dissenso. Come il segretario della Lega, Matteo Salvini, che da Twitter fa conoscere il suo punto di vista decisamente contrario: “Le sigarette elettroniche stanno aiutando tanta gente ad abbandonare quelle normali. Da ex fumatore che ha smesso 4 anni fa, il divieto di fumarle all’aperto appare esagerato. Voi che dite?”.  

Fonti:

Ansa

Ministero della Salute N-Z. Proposte per il PIANO D’AZIONE AOTEORA 2025.

Australian Government. Department of Health. Nicotine vaping products: Information for prescribers  

www.tag24.it

www.today.it