Randazzo, scoperte armi e denunciato il capomafia Salvatore Sangani

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Randazzo, scoperte armi e denunciato il capomafia Salvatore Sangani

Nell’ovile non ci sono solo pecore, ma anche armi e munizioni; era sede di summit: la scoperta dei Carabinieri in Contrada Dagata Longa.

Armi e munizioni dentro l’ovile di proprietà di Salvatore Sangani. E’ quanto hanno scoperto il carabinieri della compagnia di Randazzo, in un’operazione volta al contrasto del traffico d’armi sul mercato nero. La denuncia è scattata subito per un noto esponente dell’omonimo clan, attualmente detenuto nel carcere di Viterbo a seguito dell’operazione “Terra bruciata”condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia nel 2022.

Ritrovati armi e munizioni in un casolare di Contrada Degala Longa a Randazzo

Nell’ovile di Contrada Dagala Longa, riconducibile ad alcuni esponenti della cosca dei Sangani, i carabinieri della compagnia di Randazzo coadiuvati dallo squadrone “Cacciatori di Sicilia” hanno rinvenuto due fucili con matricola abrasa e perfettamente funzionanti, una Beretta calibro 12 e una monocanna Beretta dello stesso calibro, assieme ad otto cartucce avvolte in buste di plastica, accanto ad un contenitore di olio che sarebbe servito per la loro lubrificazione. Tra le scoperte effettuate nei giorni scorsi dall’Arma, anche una tessera telefonica priva di sim card intestata ad un familiare del boss. Le armi sono state sottoposte a sequestro per essere sottoposte ad esami tecnico-balistiche, al fine di verificare se hanno sparato di recente o se sono state utilizzate per varie attività criminose gestite dal clan. 

L’ovile era abusivo e veniva utilizzato per summit e deposito di armi

Secondo quanto afferma la Procura della Repubblica di Catania, il casolare eretto abusivamente e privo di concessione edilizia, risulta da decenni di proprietà dei Sangani e veniva utilizzato per summit mafiosi, per il deposito di armi e munizioni, per la detenzione di sostanze stupefacenti e per il pascolo abusivo di bestiame.

Scatta la denuncia per il boss Sangani

Per Salvatore Sangani, invece, esponente dell’omonimo clan è subito scattata la denuncia e dovrà rispondere di detenzione illegale di armi e possesso di arma clandestina. Lo stesso Salvatore Sangani, detto “Turi” si trova attualmente in carcere a Viterbo: era stato arrestato nell’ambito del blitz “Terra bruciata”, avvenuto nel 2022 e che aveva portato ad una ventina di arresti. 

Ecco chi è la famiglia Sangani

La famiglia Sangani, principale alleata dei Laudani di Catania avrebbe controllato per anni il paese di Randazzo occupandosi di attività illecite come estorsione ai danni di imprenditori locali, traffico di droga e di armi. Il punto di riferimento della famiglia mafiosa di Randazzo, in provincia di Catania sarebbe stato Paolo Di Mauro soprannominato “U prufissuri”, di Piedimonte Etneo appartenente alla cosca dei Laudani fino alla sua morte avvenuta per Covid. Insieme, avrebbero gestito i loro affari in tutta la fascia jonico-etnea. Tra questi, anche un vasto traffico di armi e di droga, oltre al controllo delle attività economiche del territorio con danneggiamenti, estorsioni e minacce ai danni dei commercianti, anche imponendo l’assunzione in alcune ditte di sodali del clan.