Holy Spider, il film vietato dal regime iraniano

La vita davanti a sé, per i tanti Momò
5 Marzo 2023
Pier Paolo Pasolini e i tre dna non analizzati
7 Marzo 2023
La vita davanti a sé, per i tanti Momò
5 Marzo 2023
Pier Paolo Pasolini e i tre dna non analizzati
7 Marzo 2023

Holy Spider, il film vietato dal regime iraniano

In queste settimane è nelle sale cinematografiche italiane il film iraniano del 2022, diretto da Ali Abbasi. Il film è stato presentato in concorso al 75º Festival di Cannes, con l’attrice Zahra Amir Ebrahimi premiata come miglior attrice per il ruolo della giornalista Rahimi. Holy Spider ha inoltre ottenuto 4 candidature agli European Film Awards.

La trama del film è ispirata alla storia vera del serial killer iraniano Saeed Hanaei che nella città sacra di Mashhad, sede del santuario sciita dell’Imām Reżā, e per questo, importante luogo di pellegrinaggio religioso, tra il 2000 e il 2001, uccise 16 prostitute con lo scopo di “ripulire la città” dal peccato.

La storia di Hanaei fu raccontata già nel 2002 (anno della condanna a morte di Hanaei) dal documentario And Along Came a Spider di Maziar Bahar.

Gli Omicidi del Ragno

Il titolo, Holy Spider, prende il nome dal metodo che Saeed Hanaei usava per uccidere le ragazze che adescava, in quanto agiva come un ragno: solo dopo aver catturato le preda e sicuro che non potessero scappare, le assaliva, per poi strangolarle con il loro stesso foulard; e per compiere i delitti il killer attendeva che la famiglia si recasse a pregare. Come si intuisce molto bene nel film che, ricordiamolo, è vietato ai minori di 14 anni, Saeed Hanaei andava molto fiero dei suoi delitti, tant’è che li confessò tutti e quando venne arrestato grazie al riconoscimento di una prostituta che era riuscita a fuggire, dichiarò: «la mia è stata una crociata personale per amore di Dio e per la tutela della religione». 

Al centro della storia, a parte per la location fortemente simbolica per la comunità islamica, è presente un forte elemento religioso fondamentalista che emerge anche dallo stesso personaggio che giustificò i suoi omicidi definendo le vittime: «esseri peccaminosi, corrotti moralmente e che corrompevano». Nel film infatti si evidenzia che le azioni violente di Hanaei contro le prostitute furono difese da alcuni gruppi fondamentalisti e militanti islamici, a difenderlo anche il figlio Alì, all’epoca 14enne e la madre, che acclamavano i suoi delitti asserendo che dopo Hanaei ci sarebbe sicuramente stato qualcun altro che si sarebbe assunto il compito di “ripulire la città”.

In merito va ricordato che prima della rivoluzione islamica del 1979 la prostituzione in Iran era confinata in appositi quartieri, dal 1979 invece fu vietata per legge e il quartiere a luci rosse di Teheran, Shahr-i naw, fu dato alle fiamme.

Esclusi i fondamentalisti, la maggioranza della popolazione condannò Hanaei, uomo che dalla comunità venne definito un insospettabile in quanto era molto devoto alla famiglia, e un religioso esemplare.

Il regista Abbasi nel suo film però mostra un altro elemento di caratterizzazione sociale in linea anche con quanto sta succedendo in Iran in questo momento storico: il ruolo della polizia morale. In Holy Spider emerge un’immagine della polizia misogina, più attenta a condannare le donne e a giudicarle piuttosto che aiutarle e a tutelarle, lampante è in particolare una scena del film in cui è coinvolta la giornalista, interpretata dall’attrice Zahra Amir Ebrahimi, interessata nel risolvere l’inchiesta. 

Le reazioni del Ministero della Cultura dell’Iran

Iran International riporta che il Ministero della Cultura e della Guida Islamica dell’Iran ha condannato fortemente il film, definendo Holy Spider un prodotto della “mente confusa” del suo regista iraniano-canadese Ali Abbasi» e ha aggiunto: «Il film è finanziato dall’arroganza globale (in riferimento agli Stati Uniti), ha inoltre insultato le convinzioni di milioni di musulmani e dell’enorme popolazione sciita del mondo».

A proposito è importante ricordare la circostanza che le riprese vennero fatte ad Amman, in Giordania, in quanto i permessi per girare le riprese in Iran e per approvare la sceneggiatura non furono mai concesse. 

Il ministero ha inoltre affermato che il film prende come modello The Satanic Verses, un romanzo dello scrittore anglo-indiano Salman Rushdie, e che ha infastidito molti musulmani che hanno accusato l’autore di blasfemia e derisione della loro fede.