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La Sicilia che soffre la sete


I residenti della provincia agrigentina denunciano turni dell’acqua anche una sola volta la settimana. Scarse manutenzioni delle dighe, perdite e gestioni carenti.

Che la Sicilia sia una delle più belle isole al mondo è risaputo. Circondata dal mare, da favolose spiagge e soprattutto baciata dal sole. Nonostante ciò, emerge un particolare che non passa inosservato agli occhi degli oltre 5 milioni di abitanti: una delle più belle isole al mondo, costretta giornalmente a dover ricorrere a turnazioni idriche a causa della mancanza di acqua.

I residenti lamentano la mancanza d’acqua, le testimonianze

A dare prova di quanto succede in Sicilia sul fronte idrico, sono soprattutto i residenti delle province agrigentine. Per esempio, la testimonianza di un cittadino residente nel quartiere del Villaggio Mosè, racconta i continui disservizi subiti da AICA, società che gestisce la rete idrica nella città dei templi. “Sembra assurdo per una città eletta a Capitale della cultura, ma per la mia zona, a differenza di quanto avviene nella quasi totalità delle altre aree cittadine, è normalmente previsto un unico turno di fornitura idrica settimanale. Come si può facilmente constatare dal sito Aica, ad Agrigento ci sono figli e figliastri: ci sono zone che ricevono la preziosa acqua 24 ore su 24, altre quattro o tre volte a settimana fino ad arrivare ai meno meritevoli per i quali è previsto un unico turno settimanale”. Inoltre, continua ancora, “spesso accade che anche quell’unico turno di erogazione possa essere rinviato o essere notevolmente ridimensionato”. Nonostante numerose segnalazioni e le pec inviate agli organi competenti, non è arrivata ancora nessuna risposta.

Ascoltando i residenti di Lido di Camaiore, nel viale Cannatello che porta alla zona balneare di Agrigento, invece, si può assistere ad un altro disservizio creato dalla società che gestisce la rete idrica. Essi, infatti, denunciano: “Solo ad Agrigento si parla di turni di acqua. Ma è penoso che in zona 1, serbatoio cozzo Mosè, il turno duri solo poche ore una volta a settimana, se va bene. Anche l’illuminazione delle strade è ormai un ricordo. Luci spente e pali pericolosi privi di manutenzione”.

Disservizi anche nell’Agrigento centrale

Anche la centralissima via Manzoni ad Agrigento, risulta essere una zona priva di servizi idrici. A raccontarlo è uno dei residenti: “Ancora discriminazioni e disservizi da parte dell’Aica di Agrigento: niente acqua in via Manzoni. E la cosa si ripete quasi sempre. Però le fatture arrivano regolarmente e non sono ridotte di 1/3, come dovrebbero essere, perché invece di arrivare 3 volte a settimana, l’acqua arriva solo martedì e sabato. Le famiglie vogliono denunciare la società per parziale mancata erogazione di acqua”, conclude.

I dati sulla siccità in Sicilia

La Sicilia, da anni, è alle prese con infrastrutture sempre più carenti, privi di qualsiasi attività di manutenzione e molto spesso dimenticati dalle istituzioni. Condotte vecchie di 50 anni che fanno del territorio siciliano un vero e proprio colabrodo. Stando ai dati Istat, l’isola è la terza regione per maggior consistenza di perdite idriche. Si tratta di circa il 52,5 % di acqua che si disperde nel terreno senza andare nelle abitazioni. A seguire, la Basilicata con il 62,1% e l’Abruzzo con il 59,8%.

Per l’ISPRA trend su siccità sempre crescente

Secondo l’ISPRA, invece, non tende ad arrestarsi il trend sul fronte della disponibilità idrica nazionale che nel 2022, con un valore medio che supera i 221 mm, tocca il minimo storico. Per quanto concerne la siccità, il trend è crescente: nel 2022 circa il 20% del territorio nazionale versa in condizioni di estrema siccità e circa il 40% in siccità severa e moderata.

E non è solo colpa del meteo. Dissalatori guasti, dighe abbandonate, scarse manutenzioni su bacini e canali, investimenti per il settore idrico mai utilizzati. Sono questi altri motivi che rischiano di lasciare la Sicilia “a secco”. Oltre 40 milioni di fondi Ue ancora fermi al palo e gestori privati che non investono un solo euro per riparare le reti idriche; così i cittadini siciliani sono costretti ad approvvigionare l’acqua con bidoni e autocisterne come accade da molti anni nelle province di Agrigento e Caltanissetta.