Cosa nostra: mafiosi in libertà, i nomi dei possibili eredi

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Cosa nostra: mafiosi in libertà, i nomi dei possibili eredi

Ecco quali sono i nomi e gli uomini tutt’ora liberi che potrebbero prendere le redini di Cosa nostra dopo l’arresto di Messina Denaro. Anche il nipote di Riina tra i papabili.

Sembra ormai abbastanza chiaro che non è l’arresto di Matteo Messina Denaro a segnare la fine di Cosa nostra. Dopo quel famoso blitz del 16 gennaio 2023, in cui venne arrestato il superlatitante di Castelvetrano, si guarda avanti per riorganizzare l’assetto di Cosa nostra e capire chi sarà il prossimo capo della cupola.

Uomini di Cosa nostra in libertà, i nomi

Non è di certo l’entusiasmo scaturito dall’arresto del superboss a porre fine alla parola “mafia”. Purtroppo la criminalità organizzata continuerà ad essere una realtà, forse più consolidata, più organizzata e addirittura più celata, grazie al sistema di infiltrazioni negli affari legali. Per riuscire a capire chi sarà il successore di Matteo Messina Denaro e, quindi, decifrare la mafia del futuro bisogna guardare le vecchie sentenze.

Molti capi mandamento e affiliati alle cosche hanno già finito di espiare le proprie pene e, di conseguenza, gli uomini d’onore più importanti sarebbero già pronti per intraprendere la strada dirigenziale all’interno di Cosa nostra. Tra queste, va ricordata la sentenza riguardante il mandamento Ciaculli-Brancaccio che ha visto coinvolti gli imputati del processo “Ghiaccio”. In quell’ambito ambito fu svelato il ruolo di spicco dell’ex chirurgo dell’Ospedale Civico di Palermo Giuseppe Guttadauro, arrestato e condannato di recente assieme al figlio per associazione a delinquere di stampo mafioso. Tutti gli altri imputati, invece, hanno finito di scontare la loro condanna. Si tratta di Giovanni Lucchese, Claudio D’Amore, Giuseppe Caserta e Vincenzo Vella, finito nuovamente in carcere per scambio elettorale politico-mafioso in occasione delle ultime elezioni amministrative di Palermo e poi scarcerato dal tribunale del Riesame.

Non molto lontano e, in particolare, nel mandamento di Santa Maria di Gesù è indagato a piede libero Mario Adelfio. Dopo la sentenza del tribunale del Riesame è stato scarcerato anche se potrebbe avere ancora un ruolo di rilievo all’interno della famiglia. Tra i nomi più accreditati, anche gli esponenti della famiglia mafiosa di Villagrazia, Giovanni e Giovanni Sorce, molto vicini agli Adelfio.

Nel mandamento della Noce spunta il nome di Franco Picone un tempo vicino a Provenzano

Franco Picone, invece, ritorna alla Noce. Già condannato a vent’anni di carcere per reati di mafia, il suo nome era spuntato già nei pizzini di Bernardo Provenzano. Lo stesso Picone fu tratto in arresto dalla squadra mobile di Palermo assieme a vari esponenti del clan Inzerillo di Passo di Rigano e, stando alle dichiarazioni di Francesco Colletti, era una persona capace di mettere insieme i “cocci” di Cosa nostra. Anche Giovanni Inzerillo, figlio di Totuccio ucciso a Palermo l’11 maggio 1981 da un commando armato dei corleonesi durante la seconda guerra di mafia. Anche lui tutt’ora risulta un uomo libero assieme a Francesco Paolo Bontade, figlio dell’importante capomafia di Villagrazia Stefano, anche lui crivellato a colpi di kalashnikov dai killer di Riina. Giovanni Inzerillo, dopo la sua definitiva assoluzione sarebbe tornato a fare l’imprenditore.

Altro nome di spicco è Pierino di Napoli del quartiere Noce di Palermo, tornato nel capoluogo siciliano nel novembre 2020 dopo la sua lunga detenzione al carcere di San Gimignano. Nel quartiere di Pagliarelli tornano in libertà Francesco Annatelli e Giuseppe e Antonio Iannusa considerati molto vicini a Giuseppe Calvaruso, reggente della famiglia di Pagliarelli attualmente in carcere. Altro nome fondamentale è quello di Stefano Fidanzati reggente della famiglia dell’Arenella – Acquasanta. Libero dal 2018, viaggia spesso fra Palermo e Milano.

Anche il nipote di Riina fra i papabili

Infine, a Corleone ci sarebbe in stato di libertà Giovanni Grizzaffi, nipote del capo dei capi Salvatore Riina, oltre a Pino Scaduto nel mandamento di Bagheria e Nino Spera reggente della famiglia di Belmonte Mezzagno. Nomi e uomini tutt’ora liberi che potrebbero prendere le redini di Cosa nostra dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro, anche se rimane da capire chi avrà le credenziali per ricoprire un ruolo di vertice all’interno della cupola, considerando il fatto che servirebbero uomini cauti visto il ruolo di Cosa nostra nella società.