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Basta violenza nelle scuole, docenti difesi da avvocatura dello Stato

La circolare del Ministero dell’Istruzione fa fronte al recente aumento dei casi di violenza ai danni di docenti e personale scolastico.

Valditara: “Lo Stato garantirà a insegnanti e lavoratori della scuola una rappresentanza civile e penale”.

La circolare del Ministero dell’Istruzione e del Merito, emanata l’8 febbraio 2023 e inviata a tutte le scuole, fa fronte al recente, preoccupante aumento dei casi di violenza ai danni di docenti e personale scolastico, perpetrati all’interno degli istituti.

“Va rammentato – scrive il ministro – che tali episodi costituiscono atti illeciti intollerabili, suscettibili di provocare danni fisici e psicologici alle vittime, ledendo l’autorità e l’autorevolezza dei docenti, nonché la dignità di tutto il personale.

Gli ultimi episodi

L’era post pandemica porta alla luce una deriva che il ministro, deputato dal 2022 nelle fila della Lega Nord, si ripropone di interrompere, invitando i dirigenti scolastici a riportare immediatamente tali condotte al competente Ufficio Scolastico Regionale.

Gli episodi di Rovigo e Bari

Gli ultimi episodi, dalla docente di Rovigo colpita in faccia dai proiettili di una pistola giocattolo, al professore picchiato a scuola a Bari per aver messo una nota, non sarebbero infatti altro che parte di un problema ben più grande; quello della distruzione della dignità della figura dell’insegnante.

Lo scopo di Valditara sarebbe infatti quello di restituire lustro a tutto il personale scolastico. A riguardo si era già pronunciato lo scorso 25 novembre, nell’ormai celebre discorso in cui affermava l’importanza dell’umiliazione (o umiltà?) come parte integrante e necessaria del processo di crescita dello studente. In quell’occasione, il ministro aveva infatti ribadito la sua preoccupazione per la perdita di autorevolezza del ruolo del maestro.

Non solo violenza fisica

Il fenomeno della violenza nella scuole assume caratteri ancora più drammatici, considerando i diversi episodi di cyberbullismo ai danni degli insegnanti, sempre più spesso ripresi, umiliati e dati in pasto a Instagram, Tik Tok e Youtube. Lo scorso gennaio, infatti, il ministro Giuseppe Valditara aveva affrontato il tema minacciando azioni del Ministero dell’Istruzione e del Merito ai danni dei colpevoli, in occasione dell’incontro tenutosi all’istituto superiore Viola Marchesini di Rovigo, avvenuto per approfondire l’episodio di bullismo verificatosi a scuola.

In tale occasione, il ministro aveva inoltre ribadito la necessità di ripristinare il patto educativo con le famiglie, tramite azioni volte a rendere tale patto e il rispetto dovuto agli insegnanti e a tutto il personale scolastico sempre più effettivi.

Educazione alla cultura del rispetto

Il tema del rispetto per la figura del docente sembra essere molto caro al ministro, che si è nuovamente espresso a riguardo nelle ultime ore, ribadendo la necessità, per la scuola italiana, di  abituare i ragazzi a sentirsi parte di una comunità e a rispettare l’altro, al fine di prevenire comportamenti lesivi quali bullismo, violenza e arroganza. Valditara ha inoltre sottolineato la necessità di educare al rispetto per chi ne sa di più, ovvero l’insegnante, e di superare la concezione sessantottina per cui uno vale uno e tutti siamo uguali.

Un’insegnante mi ha raccontato di aver detto ad una studentessa di non ascoltare musica in quanto stesse spiegando, ha aggiunto inoltre, e la ragazza avrebbe così risposto: ‘Non puoi dirmi cosa posso fare’. La docente ha insistito ma la studentessa si è rifiutata nuovamente di obbedirle. La professoressa si sarebbe successivamente recata ad informare il dirigente scolastico dell‘accaduto, il quale le avrebbe consigliato di lasciar perdere”.

Questo, stando alle parole del ministro, rappresenterebbe un fallimento nell‘educazione e nella percezione dell‘autorevolezza del docente, in quanto implicherebbe un sentirsi, da parte della studentessa, autorizzata a fare ciò che vuole. Tale comportamento porterebbe inoltre l‘allieva a non diventare una buona cittadina.