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Gas, ecco come si forma il prezzo

L’analisi condotta da noi sulle variazioni del costo del gas dal 2001 ad oggi

Sembrano tempi lontani, quando appena un anno fa, il prezzo del gas era di 27 euro al megawattora. Assolutamente imparagonabili con i 343 euro fatti registrare, pochi giorni fa, esattamente il 29 Agosto.

Un fardello ormai insostenibile per cittadini e aziende europee, livelli di prezzo irrazionali e da cui sembra non esserci via d’uscita.

Continuiamo il nostro approfondimento sull’argomento del momento (e per certi versi del futuro) provando a dare una risposta a una domanda frequente e all’apparenza banale: come si forma il prezzo del gas?

Come si forma il prezzo del gas?

In Europa convivono due fonti di rilevazione del prezzo all’ingrosso del gas naturale.

La prima, ovvero quella dei prezzi spot, riguarda gli andamenti giornalieri emersi nei vari punti di scambio virtuale. La seconda fonte, quella doganale, osserva i prezzi alle dogane dei 27 paesi dell’Unione, rilevati mensilmente dai diversi istituti nazionali di statistica.

Il prezzo spot è quello principale, si forma sul mercato all’ingrosso di Amsterdam, il TTF (Title Transfer Facility ovvero struttura per il trasferimento del titoli), gestito dalla Intercontinental Exchange (ICE), una società americana che da nove anni controlla anche la borsa di New York.

Come funziona il mercato del gas di Amsterdam?

Si tratta di un mercato virtuale all’ingrosso in cui si realizzano compravendite di futures, in linea generale, dei contratti che concedono il diritto di comprare un bene (in questo caso il gas) in un determinato periodo. Sulla piazza di Amsterdam possono esserci contratti con scadenza imminente e altri con scadenza più lontana, una vera e propria forma di investimento, essendo contratti per scambiare una certa quantità di gas in una data futura e a un prezzo prestabilito.

Il TTF è operativo dal lunedì al venerdì e le compravendite avvengono in tempo reale, determinando una continua variazione del prezzo, sino alla chiusura del mercato che stabilisce, il prezzo definitivo per quella giornata. Al pari di ogni mercato finanziario, anche il TTF segue la legge della domanda e dell’offerta: il prezzo sale all’aumentare della richiesta e viceversa.

Poiché il mercato spot è guidato da aspettative, è sufficiente che una notizia sia ritenuta credibile per convincere gli operatori a vendere o a comprare ingenti quantitativi di gas con operazioni autenticamente speculative. 

Da cosa è formata la bolletta del gas?

Nonostante soltanto una parte del gas utilizzato in Europa venga scambiato ad Amsterdam, questo è l’indice che influenza tutti i prezzi, ed è importante ricordare che, sulle nostre bollette, determina solo la parte di gas inteso come materia prima, a cui vanno aggiunte le spese per il trasporto, gestione e gli oneri di sistema. A questo punto, la domanda fondamentale è: perché il prezzo è salito così tanto?

Subito verrebbe in mente la risposta più immediata, ovvero l’invasione di Putin nel territorio ucraino. In realtà, andando ad analizzare l’andamento storico dei prezzi, si possono notare delle anomalie. La prima è che già dall’estate del 2021 i prezzi spot iniziano a subire una impennata rispetto ai prezzi doganali.

La seconda è che, a partire dallo stesso periodo, i prezzi del gas in Europa registrano una impennata rispetto a quelli del resto del mondo.

Com’è cambiato il settore del gas dal 2008 ad oggi

Sino al 2008, il gas era una fonte complementare dell’offerta di prodotti energetici derivanti dal petrolio. Non godeva di un vero e proprio mercato autonomo, ma il suo prezzo era strettamente legato a quello del petrolio, in contratti anche decennali.

In questa fase storica, Europa, Stati Uniti e Cina hanno prezzi del gas sostanzialmente allineati sugli stessi livelli.

Il perfezionamento e la messa in pratica su larga scala della tecnica del cracking negli Stati Uniti, ovvero la fatturazione del suolo per estrarre gas e petrolio, ha immesso sul mercato, in poco tempo, grandi quantità di materia prima, riducendo il suo prezzo rispetto agli altri mercati mondiali. A questo si affianca, l’espansione cinese che dal 2009 aumenta notevolmente le sue importazioni di gas liquefatto, alterandone la domanda e il prezzo. 

Cosa accade nel 2021 sul mercato del gas

Questi fattori hanno influenzato il mercato del gas per tutti gli anni precedenti allo scoppio della pandemia e proprio la ripresa post-pandemica del 2021 è coincisa con una esplosione di richieste mai vista.

La domanda di energia proveniente da Cina, India e Corea ha fatto i salire i prezzi, basti considerare i viaggi delle società metanifere che lo scorso anno hanno fatto mancare il 30% di materia prima agli impianti di rigassificazione italiani, preferendo sistematicamente quei mercati. I superamenti dei lockdown hanno fatto tornare la domanda ai livelli precedenti, ma con un mercato ancora impreparato che ha reagito alzando i prezzi.

Un altro elemento che ha caratterizzato gli ultimi anni è rappresentato dalle dichiarazioni d’intento sulla transizione ecologica (ed energetica). Gli obbiettivi annunciati, con inadeguata gradualità, hanno allontanato gli investitori dai combustibili fossili, comportandone un inevitabile schizzare in alto dei prezzi. Questo passaggio lo approfondimmo già nel mese di ottobre 2021, quando vedevamo i prezzi della benzina salire in modo inusuale. L’Europa (la meno inquinante di gran lunga fra esse), a differenza delle altre principali aree del mondo, non godendo di fonti energetiche proprie, si è ritrovata schiacciata fra i propri buoni propositi e lo shock delle materie prime.

Quali sono i motivi attuali dell’aumento del gas?

Soltanto a queste premesse, si possono aggiungere le tensioni con la Russia, primo fornitore di metano in Europa (sino a poche settimane fa) che sta utilizzando l’energia come strumento di pressione per convincere la Ue a togliere le sanzioni economiche. Le frequenti interruzioni temporanee dei flussi del gasdotto Nord Stream, ufficialmente per motivi di manutenzione, hanno rappresentato degli avvertimenti alla governance europea.

Eppure, negli ultimi giorni, si stanno registrando dei lievi cali del prezzo. Grazie soprattutto al calo della domanda, influenzato fondamentalmente dalla comunicazione della Germania di aver conseguito con un mese di anticipo l’obbiettivo di raggiungere il livello di stoccaggio previsto. Un altro motivo è puramente finanziario. Gran parte degli operatori, infatti, in quanto per niente interessati alla materia prima (ovvero il gas) ritenuto conveniente vendere i propri futures ai prezzi record di fine Agosto, per trarre profitto con soldi reali. In Italia, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, ARERA, che regola il funzionamento del mercato dell’energia, ha deciso di cambiare le modalità per stabilire il prezzo del gas naturale. Avverrà dall’1 Ottobre e riguarderà le utenze domestiche con regime di maggior tutela, ovvero chi non ha sottoscritto una fornitura nel mercato libero

ARERA si indicizzerà al PSV, la borsa del gas italiana, aggiornando i prezzi una volta al mese anziché trimestralmente. Ma, sgombriamo subito il campo da illusioni: questo non stravolgerà il costo delle nostre bollette.

L’inverno è alle porte e banalmente l’andamento dei prezzi dipenderà anche dalle temperature. Più farà freddo, più ci sarà bisogno di gas, più il suo prezzo aumenterà.

La competizione con i Paesi asiatici per attrarre le metaniere di GNL, presenti fra i mari e gli Oceani, sarà altrettanto ricorrente, in attesa delle decisioni del Governo nazionale e comunitario.