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Il flow della musica

Da New Orleans a New York, da Memphis a Nashville, siamo andati nelle culle della grande musica.

New Orleans

Siamo a New Orleans, in America, da dove ha inizio la tradizione della musica nera avvenuta con la confluenza di migliaia di schiavi, dapprima silenziosi, che in seguito hanno iniziato a elevare le loro voci, indirizzandole in un unico punto d’incontro: quello musicale. Proprio dove il vecchio fiume scorre, sono sfilate le processioni dei defunti fra canti, balli e strumenti a percussione, perché i “morti dovevano essere lasciati andare con allegria”.

Il Mississippi cantato in “Ol’ Man River” da Paul Robeson ha assistito a questa contaminazione, dove alle preghiere dei prigionieri si univano quelle dei cattolici francesi riuniti la domenica all’interno della stessa chiesa. Le parole sono divenute ritmi, fondendosi alle sonorità e creando una musica nuova il jazz, che in pochi anni è riuscita a conquistare il mondo.

New York

Il ritmo divenuto determinante affascina fin da subito i musicisti più colti e raffinati che riescono a integrarlo nei loro componimenti.

Ma la nuova musica ha bisogno di essere riprodotta e arriva così a New York, dove vi sono i più importanti agenti musicali e dove grazie alla potente tradizione dei musical, rinnovata ogni sera nei teatri di Broadway, riesce a prendere forma.

Greenwich Village 

Il libro della canzone americana è stato rilevato dal jazz che lo ha riprodotto all’infinito, dando vita agli storici jazz club del Greenwich Village, all’inizio popolati da poeti ma poco alla volta sostituiti dai musicisti. A ogni angolo di strada ve ne era uno e anche se adesso ne sono rimasti pochi, la scena musicale continua a essere vivace.


Blue Note

Locali come il Blue Note, che ha più di 40 anni, resistono unendo tradizione e innovazione, sul suo palco sono saliti artisti famosi, riuscendo a reinterpretare questo filone e a conferirgli ulteriore libertà.

Jazz Mobile

Per preservarne l’identità è sorta anche Jazz Mobile, che risulta essere la più antica organizzazione no profit negli USA, creata con l’obiettivo di promuovere e diffondere la cultura jazz. È stata fondata da Billy Tailleur negli anni ‘60.

Apollo Theater

Gli anni della segregazione razziale in America continuano e non tutti i club accettano gli artisti afro che riescono a trovare il loro spazio a Harlem, in un locale, che sta diventando sempre più importante, l’Apollo Theater.

“Dove nascono le star si creano leggende”, questo è il suo motto. La musica che qui è stata suonata in qualche modo ha cambiato il mondo.

Nel 1934 in questo luogo viene pronunciato il nome di Ella Fitzgerald, estratto in un sorteggio settimanale, avendo l’opportunità di competere in Amateur Night dando vita a una leggenda. All’Apollo Theater si esibiranno star del calibro di Michel Jackson e Prince.

Lentamente il jazz cede però il passo al rap e all’hip hop, anche questa è la musica di chi non ha nulla e diviene ben presto la voce di chi non ha voce.  

Memphis

Come il Mississippi, la nuova tendenza musicale risale la corrente dalla Louisiana verso nord, dove sulla sua riva destra sorge Memphis e inizia lo Stato del Tennessee. In questa terra che ha dato i natali a Elvis Presley arrivano giovani musicisti blues da tutte le parti d’America.

Non è soltanto il luogo dove la musica dei bianchi si intreccia con quella dei neri, è la culla dei movimenti civili, il luogo dove Martin Luter King viene assassinato, qui le tradizioni delle sonorità popolari vengono mantenute dagli immigrati irlandesi e nord europei che raccontano in strofe le loro storie private facendone nascere un’industria.

Nashville

“Tre accordi e la verità” si dice sia questa l’essenza della musica country ormai sdoganata – era ritenuta conservatrice poiché sia Bush che Regan avevano cercato di identificarcisi –

che ogni sera viene suonata nei numerosi locali di Nashville, sin dai suoi inizi negli anni ‘20.

È grazie al senso d’appartenenza a un luogo a una comunità e alla disperazione di chi non aveva nulla, di chi è stato umiliato, segregato, ma che ha voluto continuare a celebrare la vita attraverso l’incontro di nuovi linguaggi, che adesso il mondo ha nuove sonorità e parole mai ascoltate prima.

@foto di Dania Ceragioli