Napoli e il suo Scudetto, tra tifo identitario e bilanci sostenibili

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Napoli e il suo Scudetto, tra tifo identitario e bilanci sostenibili

A 18 milioni di euro ammonterebbero i ricavi legati al fattore football ed alla festa scudetto che ha coinvolto tutti, nella città di Napoli che è la sola metropoli a non avere derby.

Il trionfo del tifo identitario e del calcio sostenibile. Si può sintetizzare così la straordinaria annata del Napoli targato Aurelio de Laurentiis e Luciano Spalletti. La città del calcio, Napoli, con la sua figlia unica (è la sola grande metropoli al mondo a non avere un derby), dopo 33 anni ha vinto di nuovo il campionato di serie A. E il popolo partenopeo è letteralmente impazzito di gioia. Ma con i napoletani, a differenza degli scudetti del 1987 e del 1990, stavolta festeggiano in tanti: questa è una vittoria che arriva in piena globalizzazione. E ad esultare, con la città, sono anche migliaia e migliaia di turisti provenienti da tutta Italia e da tutto il mondo. In queste settimane, sotto i palazzi e le case completamente avvolte nell’azzurro dei festoni e delle bandiere, per le strade si sentono parlare decine di dialetti e di lingue diverse. A Napoli c’è un po’ tutta l’Italia e tanta Europa, oltre che Asia, Sudamerica e molto altro. Il mondo è nell’antica capitale del Mezzogiorno.

Boom turistico ed economico

Confesercenti Campania ha stimato in circa 250mila le presenze dei turisti in Campania nel week-end lungo dello scorso 1 maggio. Un volume impressionante, capace di generare un fatturato di circa 50 milioni di euro, considerando gli introiti legati al turismo e l’indotto indiretto dello shopping e degli altri servizi collaterali. In più c’è l’indotto relativo al calcio e alla festa scudetto: Confesercenti calcola in 18 milioni di euro i ricavi nella città di Napoli legati al fattore football ed alla festa scudetto. Tutto ciò considerando che l’effetto “festa” va a svilupparsi su più fine settimana, cioè in almeno sei week end, nei quali turisti e visitatori arrivano a Napoli per viverla e assistere alla grande festa tricolore. 

SSCN ed il modello del calcio sostenibile

Negli ultimi dieci anni di Serie A, la squadra di Aurelio de Laurentiis ha raggiunto 4 volte il secondo posto in classifica, altre 3 volte il terzo. L’azienda sportiva non ha debiti, non ha problemi con le inchieste della magistratura ed i suoi bilanci sono sani. Nel calcio ormai industria in mano alle multinazionali, ai big della finanza o ai fondi sovrani, la società partenopea è un nuovo modello aziendale, che ora può aprire nuovi orizzonti. Si può vincere ponendo un limite agli ingaggi dei calciatori, ci si può autofinanziare con i proventi sportivi del club. La vittoria calcistica del Napoli quindi è destinata a far nascere un nuovo football a livello internazionale. Le riforme per il calcio mondiale ormai sono necessarie.

Il tifo identitario

L’altra grande peculiarità di questa vittoria è il tifo identitario: al mondo non ci sono grandi città con una sola squadra di calcio. I derby sono ovunque (vedi Madrid, Londra, Lisbona, Mosca, Buenos Aires, Istanbul, ecc.): le stracittadine sono il sale di grandi sfide, dove almeno due club di una stessa realtà territoriale giocano per vincere trofei, ma anche per rivendicare la primogenitura cittadina. A Napoli no. 

La squadra di calcio qui è figlia unica, la maglia azzurra è il grande mantello che avvolge un intero popolo. Questo contribuisce a spiegare perché non vi è di fatto distinzione tra cittadini e tifosi e tutti, anche quelli che non seguono quotidianamente il calcio, vivono comprenetrati nella vita agonistica del club. In questi giorni di festa scudetto la città è invasa anche da giornalisti provenienti da tutto il mondo. Tutti i grandi network internazionali vogliono riprendere le immagini del tripudio popolare e intervistare i napoletani.

Al seguente link il servizio del tg della tv Svizzera RSI https://youtu.be/flVxQu2FiGQ