Partinico: trovato morto il pentito che aveva raccontato le stragi

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Partinico: trovato morto il pentito che aveva raccontato le stragi

Armando Palmeri ritrovato il 16 marzo nei pressi della sua abitazione di Partinico. Le sue testimonianze sono state fondamentali per fare luce sulle stragi di Capaci e di via D’Amelio. 

Sarebbe morto per cause naturali, forse per un infarto Armando Palmeri ritrovato il 16 marzo nei pressi della sua abitazione di Partinico. Tutt’ora sono in corso gli accertamenti per stabilire le cause del decesso. Le sue testimonianze sono state fondamentali per fare luce sulle stragi di Capaci e di via D’Amelio.

Giallo sulla morte del collaboratore di giustizia

L’ipotesi più accreditata è quella della morte dovuta a un malore. L’ex collaboratore di giustizia era cardiopatico ed era stato dimesso la notte prima dall’ospedale dopo essersi sottoposto ad un ulteriore controllo. Spetterà all’esame autoptico svelare le reali cause del decesso.  

Palermi era il braccio destro del boss di Alcamo Vincenzo Milazzo ucciso per essersi opposto alle stragi

Da anni, collaborava con la giustizia dopo aver fatto parte di Cosa Nostra. Classe 1960, Palmeri era stato il braccio destro e autista di Vincenzo Milazzo a capo della famiglia di Alcamo, ucciso assieme alla sua compagna Antonella Bonomo per essersi opposto alla follia stragista di Totò Riina.  Ai magistrati, inoltre, aveva raccontato degli incontri tra lo stesso Milazzo e personaggi molto vicini ai servizi segreti e, stando alle sue rivelazioni, al boss era stato chiesto di adoperarsi per una destabilizzazione dello Stato attraverso attentati dinamitardi al di fuori dal territorio siciliano. “Lui, però, era contrario a questo genere di cose, diceva che non avrebbero portato un vantaggio per Cosa Nostra”, aveva raccontato Palmeri agli inquirenti. “Un giorno Milazzo mi chiese di accompagnarlo ad una serie di incontri con due personaggi che mi indicò  come appartenenti ai servizi segreti – continua –  Tre incontri avvenuti nel 1992, a distanza di un mese l’uno dall’altro. L’ultimo si svolse una decina di giorni prima della sua scomparsa”, spiegò Palmeri, aggiungendo che quegli incontri sarebbero serviti per prendere una decisione su un’eventuale guerra da scatenare contro lo Stato attraverso attentati dinamitardi. Milazzo, però si era fermamente opposto appurando che avrebbero portato ad una dura reazione dello Stato. 

Armando Palmeri ha raccontato anche dei rapporti tra Cosa Nostra e servizi segreti

Motivo che spinse Cosa Nostra ad ordinare la sua morte. Il delitto, dove perse la vita anche la compagna Antonella Bonomo fu compiuto da Antonino Gioè, legato al killer della n’dranghetaPaolo Bellini condannato in primo grado come esecutore della strage di Bologna. Da lì partirono le indagini da parte dei magistrati di Caltanissetta per scoprire l’identità di quegli uomini appartenuti ai servizi segreti che avrebbero intrattenuto rapporti con Cosa Nostra. Successivamente, si è appurato che Antonella Bonomo era imparentata con un generale dei carabinieri, funzionario del Sisde, il quale a margine dell’interrogatorio negò l’estraneità ai fatti.

Le importanti rivelazioni su Matteo Messina Denaro

Armando Palmeri è stato anche un testimone chiave nel processo di Caltanissetta che ha condannato all’ergastolo il superlatitante Matteo Messina Denaro. Preziose le sue dichiarazioni sui mandanti delle stragi che hanno ucciso i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino assieme agli agenti della loro scorta. Uscito dal programma di protezione nel 2021, ha continuato ad essere un punto di riferimento per le indagini dei magistrati. Recentemente, infatti, era stato chiamato a testimoniare a Caltanissetta contro il boss di Partinico Baldassare Lauria. 

Da tempo aveva smesso di collaborare con la giustizia anche se continuava a fornire preziose informazioni agli inquirenti. La settimana prossima sarebbe dovuto recarsi al tribunale di Caltanissetta per deporre sui fatti avvenuti durante le stragi di mafia.