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Calcio, a caccia di uno ”scudo” in parlamento

Debiti delle società calcistiche e diritti televisivi sono tra le modifiche proposte, ecco di cosa si tratta

Alzi la mano chi non ha mai ascoltato Claudio Lotito far sfoggio di citazioni colte e di latinismi, nel corso delle dichiarazioni rilasciate negli anni passati, come Presidente della Lazio. Per quei pochi che hanno alzato la mano, è sufficiente tornare indietro di pochissimi giorni. Anche da Deputato della Repubblica, qual è tutt’ora dopo le elezioni del 25 Settembre, non ha perso l’abitudine.

In una intervista per La Stampa non ha resistito al richiamo di pronunciare un fatidico Cicero pro domo sua, per sottolineare come l’emendamento al Decreto Aiuti Quater finito nell’occhio del ciclone dei media, non sia una legge ad personam. Eppure voci di palazzo confermano che Lotito sia stato il grande ispiratore di queste proposte di legge. Un lavoro di ispirazione, uscitogli anche abbastanza bene se consideriamo che i firmatari (e dunque proponenti) degli emendamenti comprendano esponenti di tutti i partiti in Parlamento, ad eccezione di Lega e Terzo Polo.

Debiti e diritti tv sono le portate principali di un pasto ghiotto che, per qualche ora, hanno annusato gli amministratori delle squadre di Serie A.

Emendamento per i debiti delle società sportive, ecco cosa prevede 

Entrando nel merito, l’emendamento super-trasversale prevede di posticipare i debiti Irpef e Inps delle società sportive, sospesi per tutto il 2022 a causa della pandemia.

Tale saldo andrebbe versato entro il 22 dicembre, altrimenti le società incorrerebbero in sanzioni e pagamento di interessi. La proposta, invece, è rivolta a spalmare il pagamento in 60 rate in cinque anni, senza interessi o sanzioni e anche «senza sanzioni penali e sportive». La normativa attualmente in vigore consente già di rateizzare i pagamenti, ma con una sanzione del 10%, e la possibilità di vedersi imputare disposizioni penali e sportive, a carico dei dirigenti.

Calcio vs Stato, 800 milioni

Il Sole 24 Ore ci aiuta con i numeri, informandoci di come il sistema calcio deve allo Stato, tra ritenute Irpef, contributi Inps e Iva, circa 800 milioni di euro. Di questi, inutile dirlo, oltre l’ottanta percento vengono dalla Serie A. Entrando nello specifico è l’Inter con 50 milioni di euro a vincere questo scudetto, seguita da Lazio con 40 milioni, Roma con 38, Juventus con 30, Napoli 25, Fiorentina 15, Milan 10 e via via.

Se passasse questo emendamento, gli interessi sulle mancate tasse dei club, dovranno dunque pagarle i tifosi/cittadini?

Emendamento sui diritti televisivi 

Il secondo emendamento interviene sulla “legge Melandri” che disciplina la contrattazione e la vendita dei diritti televisivi del campionato. Nello specifico, si propone di estendere da tre a cinque anni la durata dei contratti di licenza, aggiungendo inoltre che “la durata dei contratti di licenza nel territorio nazionale relativi al triennio 2021/2024, in essere alla data di entrata in vigore della presente disposizione, possa essere prorogata fino a un massimo di due anni”. Non è la prima volta che i vertici della Serie A, spingono per un aggiustamento della legge Melandri, per adeguarsi agli altri top campionati d’Europa.

Non molto tempo fa abbiamo toccato questo punto, parlando della crescita  economica della Premier League. Inutile dire che le reazioni non si sono fatte attendere.

Dopo poche ore dall’aver depositato gli atti in Commissione, il senatore Patuanelli, uno dei proponenti, ha ritirato la propria firma. Accanita l’opposizione del Terzo Polo che ha definito le misure “uno scandalo immorale”.

E se dal mondo del calcio il Presidente del Torino, Urbano Cairo si è espresso –inutile dirlo – a favore, ricordando come la Serie A ‹‹contribuisce in larga parte al mantenimento delle altre discipline sportive e rappresenta il 70% della contribuzione fiscale di tutto lo sport», dal Governo fanno sapere esserci la netta contrarietà del Presidente Meloni e del Mef. Il premier avrebbe valutato “insostenibile” uno scudo a sostegno delle società calcistiche e non-equo un intervento ad hoc come questo.

Lo “scudo” pro società calcistiche in Commissione Bilancio

Concetti che sono stati chiaramente espressi dal Ministro dello Sport Abodi nel corso della sua audizione del 23 Novembre, affermando: ‹‹Il calcio non è un mondo a parte e le stesse società hanno avuto il tempo di potersi attrezzare e regolare in termini di gestione, creando le necessarie riserve per adempiere nei confronti dell’erario e quindi si assumono le stesse responsabilità che si assume il sistema delle imprese››.

Per chi avesse bisogno di parole ancora più nette e meno interpretabili, poi, pur riferendosi all’inchiesta che vede interessata la Juventus, ma comunque facilmente estendibile ad altri casi, lo stesso Ministro ha dichiarato: ‹‹Nello sport si muore e si rinasce››. Il testo dovrà essere approvato entro il 18 Gennaio ed attualmente è depositato in Commissione Bilancio, proprio là, dove il dominus Claudio Lotito è vicepresidente.

Vedremo sino ad allora, cosa accadrà.

O, per dirla alla Lotito, tempus narrabo.