“E quindi uscimmo a riveder le stelle…”

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“E quindi uscimmo a riveder le stelle…”


La sofferenza mentale: “quando una persona mostra la propria anima e in questo caso parla anche di una malattia da pochi conosciuta, si crea molta emozione”. Grazie Sabrina e grazie Andrea.

Lunedì venti novembre al teatro Cristallo in via Dalmazia, a Bolzano, si è svolta una serata di riflessione ed informazione riguardante un tema delicato e di particolare importanza: la depressione bipolare.

L’idea della serata è stata di Sabrina che ha subito coinvolto l’amico Andrea, entrambi residenti a Bolzano, con le loro esperienze da raccontare, da condividere, con la speranza di essere d’aiuto ad altri su un tema del quale, forse troppo spesso, si tende a non parlare pubblicamente.

Abbiamo voluto intervistare Sabrina e Andrea e farci raccontare il loro percorso attraverso la sofferenza mentale. Sarà interessante scoprire anche l’obiettivo che entrambi hanno voluto raggiungere attraverso la serata del venti novembre.

Sabrina, ti va di raccontarci la tua esperienza di depressione?

“Fin da bambina ho vissuto qualcosa di strano, un senso di estraniamento, isolamento. Confusione e tristezza. Da grande poi, mi hanno ricoverata in un paio di strutture. Mi hanno dato una diagnosi psichiatrica ed un trattamento farmacologico, temi sui quali recentemente sto riflettendo.

Le difficoltà che provo sono con me stessa e con il mondo. Si chiude lo sguardo, si ferma tutto, si blocca il cervello. E sembra che non ci sia ritorno. Che non ci sia futuro. Non mi vengono più le parole nella testa. La voce fa fatica ad uscire. E non esco più di casa e rimango ore davanti alla televisione. Non so fare più nulla. C’è un distacco con la realtà ed arriva un grande desiderio di morte. Ogni volta che sto male è come se fosse la prima volta e mi trovo impreparata, disarmata ed impaurita.

In questa situazione, chi mi è stato accanto e ha saputo farlo, è assolutamente prezioso, come i miei genitori ed alcuni amici, a differenza di altri che mi hanno abbandonata. È estremamente importante avere qualcuno vicino che mi accompagni. Spesso, però, per ignoranza o per la fatica di starmi accanto, c’è chi mette in atto comportamenti erronei, di critica e dicendo parole che non aiutano. Consiglio invece di dire: mi dispiace che stai male, quando vuoi parlare ci sono, posso fare qualcosa per te?

In una delle crisi più forti che ho avuto, durata due anni, ho incontrato, nel privato, i miei terapeuti, una psicologa e uno psichiatra, con loro ho fatto un lungo intenso percorso e poi ho ripreso a vivere prendendo delle decisioni, cambiando per un po’ di anni la mia vita.

Una cosa davvero indispensabile chiedere aiuto, parlarne con qualcuno e saper riconoscere i segnali della crisi, per intervenire il prima possibile”.

Andrea, chiedo anche a te se vuoi dirci la tua personale esperienza.

“Da bambino ero felice, allegro ed entusiasta. Improvvisamente all’età di 17 anni e mezzo che succede? Non lo so, non me lo spiego e vado in confusione. Ultimo giorno di scuola in terza scientifico: gesto autolesionistico, diagnosticato come richiesta di attenzione. Solo successivamente si manifesta in me uno stato di prostrazione, depressione, che mi toglie il sonno, l’appetito, la voglia di fare qualsiasi cosa, l’insofferenza verso chi mi sprona a reagire e chi minimizza questi miei sintomi. Diagnosi: disturbo bipolare. Da lì parte il calvario. Ricovero dopo ricovero. Assunzione di diversi farmaci per trovare il mix giusto per me. In prima posizione il Litio, che è uno stabilizzatore dell’umore e farmaco da sempre efficace per questo disturbo. Le prime persone ad essermi state d’aiuto e vicine sono state la mia famiglia e gli amici.

L’incontro con la psichiatra che individuò il problema, non sempre facile da individuare, è stato di fondamentale importanza sia all’inizio della malattia che a tutt’oggi.

Un ruolo fondamentale in questa malattia lo giocano gli ormoni. Infatti quando si è giovani e gli ormoni sono a mille le crisi possono essere più forti e frequenti.

Sia lavorativamente che socialmente questo disturbo mi ha creato innumerevoli difficoltà. L’inserimento in ambienti nuovi, come anche grossi cambiamenti, possono scatenare una crisi.

Inizialmente nella fase euforica o maniacale l’umore cambia, è molto elevato, i pensieri viaggiano velocissimi (impossibile fermarli), la notte non dormi più e si passa da un’azione all’altra senza concludere anche nessun progetto. Se qualcuno ti critica o ti fa notare che c’è qualcosa che non va in te, non accetti nessuna critica o suggerimento e diventi spesso aggressivo e pericoloso per te stesso e per gli altri.

La fase euforica non mi è durata mai più di 3-7 giorni.

La fase ipomaniacale invece è una fase molto più leggera ed è piacevole ma comunque con umore alterato, diciamo che si è un po’ troppo su.

Subito dopo la fase euforica passo a quella depressiva che mi è durata anche per un periodo di 6 mesi. Più la fase euforica è pesante, più la fase depressiva è prolungata e viceversa.

Quando trovo l’equilibrio stabile per tanto tempo, vivo una vita normale tra lavoro amici e famiglia.

La cosa più importante in questa mia vita turbolenta è stato l’Amore che tante persone mi hanno dato, in primis la mia famiglia e la fiducia che hanno riposto in me tutte quelle persone che hanno contribuito a farmi crescere come persona e ad accrescere la mia autostima”.

Sabrina, l’idea dell’evento è stata tua, giusto? E qual è stato l’obiettivo che ti ha spinta a realizzarlo?

“Quest’idea nasce dal mio bisogno di parlare pubblicamente della sofferenza mentale in questa città dove ci sono molte persone che stanno male a causa della depressione e, attraverso le nostre esperienze, di condividere il messaggio che questi disagi si possono  curare”.

Andrea, il titolo della serata è stato, invece, una tua idea, giusto? Inoltre, cosa hai voluto realizzare attraverso questa serata di sensibilizzazione e qual è stato il riscontro del pubblico?

“Esatto, l’idea del titolo è stata mia: – E quindi uscimmo a riveder le stelle – Il mio scopo è stato quello di riuscire ad aiutare anche se fosse stata soltanto una persona a sfruttare quello che ho raccontato nella serata del venti novembre della mia esperienza di disturbo bipolare.

L’idea della commistione tra musica e conferenza è stata, invece, proposta da Sabrina per creare un’ atmosfera più leggera, dato l’argomento.

il pubblico ha partecipato attivamente, facendo domande mirate e interessanti sull’argomento. Purtroppo Sabrina quella sera non ha potuto partecipare.

Dopo l’evento erano tutti entusiasti anche perché, per quello che penso io, quando una persona mostra la propria anima e in questo caso parla anche di una malattia da pochi conosciuta, si crea molta empatia ed emozione. Speriamo che ci sia un continuo a questa bellissima esperienza.

Invitiamo chi fosse interessato a collegarsi al link della serata del venti novembre che ho postato su Youtube al seguente indirizzo: