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Le frontiere delle città smart: tra videosorveglianza e patente digitale per i cittadini

Come stanno cambiando le nostre città con l’inclusione del digitale nelle amministrazioni?

Venezia: la città con la torre di controllo

Monitoraggio continuo del numero delle persone che transitano nella città di Venezia, questo l’obiettivo alla base del progetto attivo dalla fine del 2020 Smart Control Room realizzato da Venis Spa in collaborazione con Tim e Olivetti, grazie allo stanziamento di 5 milioni di euro, finanziati in parte con il PON Metro (Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane) e con i fondi propri della Città di Venezia. 

450 le telecamere sparse per l’intera città che grazie ai sensori installati e alle centinaia di celle telefoniche presenti a Venezia riescono a intercettare il numero esatto di passanti, estrapolando i loro prefissi telefonici, giungendo, tramite tale rilevamento, a risalire perfino al loro paese di provenienza. 

Viene da chiedersi questo particolare era proprio necessario?

Un’idea che nasce dall’esigenza di controllare quante persone ci sono a Venezia che, com’è risaputo, è una tra le mete turistiche più ambite d’Italia, ma anche per poter prevenire condotte criminali, assembramenti, o gestire eventi importanti e/o programmare ordinanze.

Ma c’è di più: la control room situata al Tronchetto, e soprannominata “torre di controllo”, fornisce inoltre una panoramica tridimensionale completa del traffico acqueo e veicolare. Al suo interno lavorano circa una trentina di operatori per svariati enti, tra cui Azienda Veneziana della Mobilità, Centro Maree, Comune di Venezia, Polizia Locale, Protezione Civile, Venezia informatica e sistemi Venis Spa e multiutility locale Veritas.

Venezia è quindi una città che ha tutto sotto controllo, ma qual’è il prezzo?

Da quando il progetto della Smart Control Room è stato approvato molti sono stati i cittadini che hanno sollevato dei dubbi inerenti la tutela della privacy. Dal Comune giungono rassicurazioni: nessun riconoscimento facciale o dati identificativi dei passanti vengono estrapolati, il sistema infatti racchiude soltanto dati aggregati; la preoccupazione però resta.

Ma Venezia non si arresta e aspira a molto di più: entro il 2023 la città lagunare avvierà il sistema dei ticket d’ingresso e delle prenotazioni (anche per le gite giornaliere) per poter accede alla città, una scelta che fa già molto discutere.

Il portafoglio digitale dei cittadini, il caso di Roma

Se Venezia ha rivolto una particolare attenzione al controllo dei turisti, ci sono altre città che hanno deciso per un approccio diverso e maggiormente orientato ai suoi residenti: è il caso di Roma. 

Smart Citizen Wallet, si chiama, e tradotto vuol dire: bonus per i cittadini virtuosi. Una sperimentazione partita da Roma durante l’amministrazione della sindaca Virginia Raggi da un’idea concepita da Massimo Bugani (oggi nella giunta comunale di Bologna), un progetto che si presenta tuttora ad una fase embrionale. Ma come funziona? 

Ad ogni comportamento virtuoso il singolo cittadino acquista «crediti che potranno essere utilizzati per accedere a numerose iniziative per la fruizione di beni e servizi», i punti vengono dunque tradotti in premi. 

In quest primo step dell’esperimento l’ente Roma Capitale ha incluso “soltanto” due tipi di comportamenti considerati virtuosi che consentono di guadagnare punti: la compilazione del questionario sui servizi online di Roma Capitale e l’utilizzo del servizio tap&go di ATAC

Come si capisce un progetto agli esordi e in cui il digitale, “l’elemento smart”, compare poco, se non per la piattaforma usata (la Casa Digitale del Cittadino – My Rhome) accessibile attraverso la propria Identità Digitale (SPID) ), Carta d’Identità Elettronica (CIE) o Carta Nazionale dei Servizi (CNS).

Lo Smart Citizen Wallet approda anche a Bologna

Un’iniziativa che, come riporta il Corriere di Bologna, è piaciuta al Comune di Bologna dove Bugani ricopre il ruolo di assessore comunale all’Agenda Digitale e alla Trasparenza e la Semplificazione amministrativa. La città delle torri vorrebbe attuare, in forma volontaria, il portafoglio digitale allargando la tipologia dei comportamenti valutabili come virtuosi, premiando, ad esempio, chi differenzia adeguatamente i rifiuti,  chi non prende multe, chi utilizza la card cultura del Comune e chi usa i mezzi pubblici.

Come per il caso di Venezia: la gestione dei dati e la privacy dei cittadini rimane il nodo più importante da sciogliere. L’organizzazione di Privacy Network ha per ciò avviato una richiesta di accesso civico generalizzato (FOIA) al Comune di Bologna allo scopo di conoscere: le modalità e le caratteristiche dell’eventuale trattamento di dati personali, le modalità dell’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale o automatizzati, i nomi dei fornitori e delle terze parti coinvolte nella realizzazione del progetto. 

Anche su tale proposta affiorano comunque dei dubbi, soprattutto a fronte del fatto che nel nostro Paese permane un fortissimo divario digitale. Da questi piani digitali rischia di essere escluso chi, per ragioni economiche, sociali, di genere o generazionali, non ha accesso a internet; un fattore che aumenterebbe ancora di più la disparità tra le persone, con il rischio inoltre di giudicale poco virtuose.