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Nella rete dei Green Pass falsi: cosa abbiamo scoperto

di Silvia Cegalin

«Selling covid-19 Italian green pass» («Vendo green pass») si legge in un post condiviso nella discussione Make Eu Green Pass su RaidForums, portale ai confini tra il dark e il surface web molto popolare anche tra gli hacker per la condivisione di dati ottenuti tramite data breach o exploit informatici.

Per leggere questo post non è servito entrare nel sito di RaidForums, ma fare una ricerca mirata in Google, cui risultato ha condotto ad una serie di annunci che promuovevano esplicitamente la vendita di Green Pass falsi e il loro acquisto.

È stata dunque sufficiente una semplice ricerca in Google (ma i medesimi risultati, seppur variati di poco, compaiono anche usando DuckDuckGo o Avast Secure Browser) per ritrovarsi in un territorio che incita all’illegalità, confermando che per procurarsi delle certificazioni false non serva essere esperti informatici, ma basta navigare nel web.

La nuova truffa online circola su Telegram

Nel mese di Agosto (ovvero immediatamente dopo che il certificato verde covid.19 era stato introdotto dal Governo come misura obbligatoria per accedere a determinati servizi e attività) nell’indagine denominata ‘Fake pass’ sono stati sequestrati almeno 30 canali Telegram che commercializzavano green pass falsi.

Un mercato illecito che nonostante la costante attenzione della Polizia Postale e della Guardia di Finanza non ha purtroppo interrotto il giro di produzione e compravendita di green pass falsi (e spesso validi) che, come si può constatare tramite la nostra ricerca, è ancora presente in rete.  

Ma non è finita qui: Telegram è ritornato ad essere attenzionato dalle Forze dell’Ordine a metà Ottobre quando la Polizia Postale di Catania ha bloccato i gruppi Green Bypass 2.0 e Vendita Green pass autentico, finalizzati alla vendita di green pass contraffatti.

Anche per questo caso, tuttavia, basta fare una ricerca in Google per capire che alcuni utenti si sono mobilitati per trovare un sostituto al canale Green Bypass 2.0.

Un mercato che non sembra volersi arrestare e che si espande da Telegram, ai forum, fino ad arrivare, ovviamente, al dark web e che, a fronte dell’introduzione di un Super green pass, potrebbe diventare ancora più aggressivo.

Come funziona il mercato dei falsi green pass

Presumere che il marketplace dei green pass falsi funzioni come una normale compravendita e-commerce è alquanto ingenuo. Poche volte l’acquisto è andato a buon fine, spesso infatti si è trattato di una vera e propria truffa.

Coloro che hanno provato ad ottenere un certificato falso contattando uno dei tanti utenti in ‘incognito’ che offrivano questo scambio, oltre perdere i propri soldi (i prezzi per un singolo pass variano in media dai 100 a 200 euro, ma possono anche raggiungere i 500 euro), rischiano, da una parte un’accusa di concorso in falso in atto pubblico (reato che può prevedere una reclusione fino ai due anni), dall’altra si trovano ad aver comunicato i propri dati personali a sconosciuti, che con molta probabilità sono hacker in grado di utilizzare quelle informazioni in altri modi.

Risalire al truffatore è inoltre molto complicato in quanto i profili e le conversazioni tendono ad essere cancellate, e sopratutto perché i pagamenti avvengono tramite criptovalute (Bitcoin, Ethereum) o attraverso buoni regalo spendibili online.

Infine è doveroso porre una riflessione, perché l’uso di green pass falsi presenta una contraddizione di base: in quanto se ci si dichiara contro l’obbligo dei green pass, comperarli falsi per poterli usare smentisce nella pratica la propria stessa asserzione.

Essere coerenti con la propria idea vorrebbe dire infatti anche scagliarsi contro i green pass falsi e la loro circolazione, definirsi contrari a una norma per poi far finta di rispettarla attraverso sotterfugi, tra l’altro illegali, non è certo un comportamento congruo, ne tanto meno sembra sorreggersi su di un pensiero strutturato.

Ad oggi il mercato delle certificazioni verdi false rischia di diventare una tra le truffe online più pericolose, per questo è auspicabile che le piattaforme controllino e segnalino forum, blog o conversazioni sospette prima che il giro di queste frodi diventi incontrollabile.